Dal gap salariale alla politica: trovare lavoro per le donne è un incubo

L'osservatorio Jobiri lancia il rapporto “Ostacoli e Discriminazione contro le donne nella ricerca lavoro”. Tra Ie cause, istituzioni assenti e gap salariali

di Redazione Economia
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Donne e lavoro: una ricerca minata già in partenza

Confusione, solitudine e rassegnazione sono le principali emozioni che le donne provano durante la ricerca lavoro e che interferiscono negativamente su motivazione e concentrazione. È quanto emerge dal primo rapporto su “Ostacoli e Discriminazione contro le donne nella ricerca lavoro” lanciato dall’Osservatorio Jobiri, primo consulente digitale di carriera basato su intelligenza artificiale. 

Il CEO e Co-founder Claudio Sponchioni ha dichiarato in proposito: “Questo Osservatorio nasce con l’obiettivo di identificare gli ostacoli e le barriere che le donne devono, purtroppo, ancora oggi affrontare nella ricerca del lavoro e nel progresso della carriera”.

L’indagine è stata condotta tra gennaio e ottobre 2022 su un campione di 1.053 donne tra i 18 e i 65 anni. Oltre ai blocchi emotivi, evidentemente condizionati anche dalla situazione sociale attuale, i risultati hanno riscontrato grandi difficoltà fin dalla costruzione di un CV efficace, quindi uno “Skill Gap” che impedisce di presentarsi in modo ottimale a un recruiter. Queste le motivazioni dichiarate: l’83% delle candidate in maternità non ha fatto ricorso a momenti di formazione, il 39% non possiede le soft skills richieste nell’annuncio e l’86% non inserisce parole chiave nel curriculum.

Le difficoltà “strutturali” nella ricerca di lavoro per una donna

Sul fronte di chi offre lavoro, le carenze maggiormente riscontrate nelle varie fasi del colloquio sono diverse. Nel pre-colloquio, l’83% delle candidate non raccoglie informazioni sul recruiter, durante il colloquio, il 55% non dimostra entusiasmo per l’azienda o la posizione e infine, nel post-colloquio, il 92% delle intervistate non invia mail di ringraziamento ai selezionatori.

Quanto alla percezione femminile delle discriminazioni subìte in tutte le fasi del processo di ricerca lavoro, ci sono degli “evergreen” condivisi. Nella fase di candidatura, il 71% delle candidate è incappata in annunci discriminatori e in quella di colloquio, il 56% delle intervistate ha ricevuto domande sullo stato matrimoniale e infine persino in fase contrattuale, il 68% ha ricevuto un’offerta di stipendio più bassa rispetto ai colleghi.

A ciò si aggiunge l’inadeguatezza del supporto delle istituzioni (secondo 8 donne su 10) che pesa come un macigno sulla vita professionale di ogni lavoratrice; mancati servizi a livello di scuola, enti di formazione, università, centri per l’impiego e sportelli di lavoro. Inoltre, il 98% delle candidate segnala l’inadeguatezza dei software e il 97% delle intervistate lamenta l'insufficienza di banche dati.

 

 

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