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Le multinazionali industriali e la crescita del settore Difesa

Cresce il giro d’affari delle maggiori multinazionali industriali mondiali

Il comparto della Difesa è il settore industriale a maggior tasso di crescita per quanto concerne la capitalizzazione. È il primo e più rilevante dato che emerge dal Report “Le multinazionali industriali mondiali: analisi settoriale e focus sulla Difesa” realizzato dall’Area Studi di Mediobanca. Il giro d’affari delle maggiori multinazionali industriali mondiali registra un aumento del +13,3% rispetto al 2021, con tutti i settori in progressione. In particolare, si evidenzia come tutti i comparti abbiano superato i livelli pre-pandemici, con la sola eccezione dei produttori di aeromobili.

Tra tutti spicca la crescita dell’Oil&Gas, che si attesta a +53,6%, accompagnato, anche se a distanza, da automotive (+19,2%), metallurgia (+17,3%) e moda (+14,9%). Seguono l’industria dei Pagamenti Digitali (+12,6%), l’alimentare (+11,9%) e le bevande (+11,4%) con crescite inferiori alla media ma comunque sopra il 10%.

Con un aumento contenuto si accodano, infine, i produttori di aeromobili, che sfiorano il 10% (+9,6%), le case farmaceutiche (+8,9%), GDO (+8,1%), WebSoft (+7,8%), elettronica (+6,8%), Media&Entertainment (+6,3%), telecomunicazioni (+4,5%) e Difesa (+4,0%).

Focus sul settore Difesa

L’Area Studi Mediobanca si è concentrata sul comparto della Difesa, divenuto sempre più importante per le crescenti tensioni geopolitiche – dall’inasprirsi delle frizioni tra Cina e Usa al nuovo terreno di scontro nel Sud Pacifico, senza dimenticare il conflitto tra Russia e Ucraina che si sta lentamente cronicizzando. La spesa globale per la Difesa ha superato per la prima volta i 2mila miliardi di dollari nel 2021 (+0,7% sul 2020 e +12% sul 2012, in termini reali), raggiungendo il massimo storico di 2.113 miliardi (2,2% del PIL globale), pari a 5,8 miliardi al giorno. Il 37,9% fa capo agli Stati Uniti (801miliardi), seguiti da Cina con il 13,9% (293miliardi), India (3,6%), Regno Unito (3,2%) e Russia (3,1%); l’Italia ricopre l’undicesimo posto con l’1,5% del totale mondo (32 miliardi di dollari, pari a 88milioni al giorno). Il nostro Paese, tra l’altro, dovrebbe adeguarsi ai requisiti NATO e portare progressivamente il livello intorno al 2% del Pil entro il 2028.

Nel 2022 il giro d’affari aggregato dei trenta gruppi mondiali con prevalente specializzazione nella Difesa si è attestato a €432mld, di cui €316mld si stima siano generati esclusivamente dallo stesso comparto (+4,0% sul 2021 e +10,5% sul 2019). Anche qui il panorama è dominato da player statunitensi per il 74%, seguiti con netto distacco dai gruppi europei (22%) e asiatici (4%). Naturalmente le crescenti tensioni geopolitiche hanno determinato un aumento dei budget nazionali: per questo si prevede, per l’anno corrente, un’ulteriore crescita dei ricavi del +6% rispetto al precedente.

Anche a livello numerico gli Stati Uniti ottengono il primato, raggiungendo quota 15 big, davanti alla Francia, distanziata con tre società; due gruppi ciascuno per Germania, Gran Bretagna, India e Italia che, con Fincantieri e Leonardo, conta per il 21% del giro d’affari europeo e per il 4,7% di quello mondiale. Seguendo tale linea, i primi cinque posti per ricavi stimati generati dal comparto della Difesa sono occupati esclusivamente da Gruppi statunitensi: Lockheed Martin (€57,5mld), Raytheon Technologies (€37,1mld), Boeing (€35,6mld), Northrop Grumman (€29,5mld) e General Dynamics (€25,9mld). Per quanto concerne le italiane, Leonardo rappresenta l’ottavo player mondiale per fatturato (€12,2mld), mentre Fincantieri occupa la 23esima (€2,4mld).

Guardando all’incremento dei ricavi, la turca Aselsan primeggia di gran lunga (+75 % sul 2021), seguita dalle tedesche Hensoldt (+15,8%) e Rheinmetall (+13,3%) e alle statunitensi HII-Huntington Ingalls Industries (+12,1%) e Booz Allen Hamilton (+11,8%), tutte in crescita a doppia cifra. Entrambi i gruppi italiani si distinguono per un incremento superiore alla media: Fincantieri con +8,1% e Leonardo con +4,1%.

Boom di rendimento in Borsa, ma Leonardo e Fincantieri sono sottostimate

La capitalizzazione delle multinazionali della Difesa si attesta a 736 miliardi di euro a fine 2022, pari allo 0,8% del valore complessivo delle borse mondiali (0,5% a fine 2021), in aumento di oltre il 27%. Mediamente la capitalizzazione risulta quattro volte superiore ai mezzi propri, con le italiane fra le meno valorizzate dalla Borsa: Fincantieri quota 1,5 volte il capitale netto e Leonardo 0,6 volte. A fine marzo 2023 la capitalizzazione aggregata segna 721 miliardi di euro, di cui l’80% in capo ai gruppi a stelle e strisce. Nel 2022 il rendimento azionario dei player della Difesa (dividendi inclusi) è pari al +34,6%, ben al di sopra del -11,0% segnato dall’indice azionario mondiale.

Il comparto della Difesa, dopo decenni di minore attenzione, è tornato prepotentemente al centro della discussione economica e politica. E le imprese del settore riflettono questo rinnovato interesse. L’auspicio è che anche le eccellenze italiane possano beneficiare di analoga considerazione e venire valorizzate, anche dal punto di vista borsistico, come meritano. La strada è segnata, la nuova sfida, seppur complessa, è rappresentata dalle logiche ESG e da una decisa adozione dei principi di sostenibilità.

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