Dopo acciaio e alluminio, Trump prepara i dazi sul rame: nel mirino Cile, Canada e Messico

Immediata la reazione dei mercati: i futures sul rame sono aumentati del 4%, raggiungendo i 4,711 dollari per libbra

di redazione economia
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Rame nel mirino di Trump: nuova offensiva contro Cile, Canada e Messico

Donald Trump è inarrestabile e ora punta anche il rame. Il presidente degli Stati Uniti ha incaricato il Dipartimento del Commercio di avviare un'indagine per valutare l'introduzione di nuovi dazi sulle importazioni del metallo strategico: essenziale per diverse industrie, inclusi i veicoli elettrici, l'hardware militare, la rete elettrica e numerosi beni di consumo.

Con la crescente domanda e l'intensificarsi dei legami commerciali globali, gli Stati Uniti nel 2024 dipendevano per il 45% dalle importazioni di rame, un dato in netta impennata rispetto agli anni '90. A pagare le conseguenze di eventuali nuovi dazi sarebbero i principali fornitori del metallo rosso: Cile, Canada e Messico, che, secondo i dati del Census Bureau statunitense, nel 2024 dominavano le esportazioni di rame raffinato, leghe e articoli in rame.

Come riportato da Milano Finanza, dopo l'annuncio di Trump non si è fatta attendere la reazione dei mercati: i futures sul rame sono aumentati del 4%, raggiungendo i 4,711 dollari per libbra, mentre le azioni di Freeport-McMoRan, uno dei maggiori produttori statunitensi di rame, sono balzate oltre il 6%.

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L’amministrazione Trump, da tempo impegnata in politiche protezionistiche, ha già imposto dazi del 25% su acciaio e alluminio, e ora guarda con interesse anche al rame, motivando la misura con la necessità di ricostruire la produzione nazionale per motivi di sicurezza economica e nazionale. Il tutto avviene nel contesto di una crescente tensione tra la Casa Bianca e i principali produttori globali di metalli. Ora, come già accaduto con l'acciaio e l'alluminio, la mossa sui metalli sembra essere un ulteriore passo verso un America più protezionista.

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