Donnarumma (ex Terna) "bidona" Cdp: "Resterò nel campo energetico"
L'ormai ex amministratore delegato di Terna Stefano Donnarumma rivela: "Non andrò né in Cdp Venture Capital né in Tim"
Dopo Terna per Donnarumma niente Cdp e Tim: "Nel mio futuro un progetto legato alla catena del valore italiana"
Prima Enel, poi Tim e infine Cdp: l'ormai ex amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, doveva guidare il vertice non di uno bensì tre colossi (statali) e non solo. Invece tutto si è risolto in un "nulla di fatto". A chiarirlo è lo stesso manager che in un'intervista al Sole 24 Ore ha dichiarato: “Lascio una Terna solida: in tre anni il titolo in Borsa è cresciuto di oltre il 40%”, ma “non guiderò Cdp Venture Capital perchè le mie competenze sono altre”. E nemmeno in Tim, "non mi sembra ci siano queste intenzioni”, ha sottolineato il manager.
Quale sarà quindi il futuro dell'ex numero uno di Terna? Donnarumma ha invece intenzione di mettere la sua esperienza al servizio dell’energia “a disposizione di capitali italiani ma anche per attrarre fondi esteri che vogliono investire sul settore industriale della filiera del valore ma non più all’interno delle aziende controllate dallo Stato ma al servizio dell’imprenditoria piccola e media italiana”.
Come ricorda Repubblica, "per lungo tempo Donnarumma è stato il candidato della premier Giorgia Meloni per la successione di Francesco Starace alla guida di Enel: ma alla fine, l'ha spuntata Flavio Cattaneo, sostenuto dalla Lega che ha fatto sponda con Forza Italia per potergli affiancare alla presidenza Paolo Scaroni, già amministratore delegato della stessa Enel ma anche di Eni". Contemporaneamente, continua Repubblica, "Donnarumma ha perso anche l'occasione di un secondo mandato a Terna, casella destinata da Meloni a una manager donna: la scelta è caduta su Giuseppina Di Foggia, in uscita dalla filiale italiana di Nokia Italia".
Il ministero del Tesoro ha poi offerto a Donnarumma la poltrona di ad in una controllata di Cassa Depositi Prestiti: si tratta di Cdp Venture Capital, il Fondo Nazionale per l'innovazione che deve investire in aziende, a supporto delle start up. Ma il manager, rivela Repubblica, "non si sarebbe accordato con la controparte sia sulla parte economica della retribuzione, sia sull'autonomia del ruolo rispetto alla controllante Cdp".
Intanto, conclude Repubblica, si va delineando anche la governance del gruppo Leonardo: "Cingolani avrà come principale collaboratore Leonardo Mariani, il candidato del ministro della Difesa Guido Crosetto al vertice di Leonardo, proveniente dalla controllata Mdba, società del settore della missilistica. Mariani dovrebbe essere indicato dopo l'assemblea che eleggerà il nuovo cda con Cingolani come ad e avrà le deleghe per lo sviluppo commerciale della società".