Elettricità, in Italia prezzi spropositati. Serve un nuovo regolamento, ma gli ostacoli non mancano

Il problema sono le centrali a gas. E chi produce rinnovabili strizza l'occhio all'attuale regolamento, ecco perché

di Maddalena Camera
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Elettricità, prezzi spropositati a causa delle centrali a gas

Le centrali a gas per la produzione dell'energia elettrica influenzano pesantemente in Italia il prezzo all'ingrosso della stessa. Nel nostro paese, infatti, il costo al megawattora è pari a 136 euro, che vuol dire 13 centesimi di euro al Kw, secondo il prezzo registrato l'11 agosto scorso dopo l'impennata dei consumi dei condizionatori a causa del gran caldo.

In Francia però, nonostante il caldo, il prezzo dell'energia è 10 volte inferiore, pari a 13 euro al Mwh. Certo il paese transalpino possiede 19 centrali basate sull'energia nucleare e ha ridotto le esportazioni di elettricità proprio a causa dell'elevato fabbisogno interno dovuto al caldo ma anche in altri paesi Ue, come la Germania che ha fermato le sue centrali dopo l'incidente di Fukushima in Giappone il megawattore costa 62 euro mentre la Spagna, che 5 centrali che coprono il 20% della produzione, paga 69 euro al Mwh.

In nord Europa per alcune ore della giornata, i prezzi sono addirittura negativi. Ossia in Svezia, Finlandia, Norvegia e Danimarca grazie alla produzione degli impianti eolici off-shore soggetti a venti impetuosi. In Italia l'eolico copre solo l'8% della domanda mentre in Germania è al 30%. Ovviamente va meglio con il fotovoltaico e l'idroelettrico. Infatti, dopo le piogge insistenti registrate in primavera, la produzione da rinnovabili aveva superato in alcune giornate quella da combustibili fossili.

Purtroppo, però, in Italia, come spiegato dagli esperti, il peso delle centrali a gas per la produzione di energia resta alto e prevalgono soprattutto nella formazione del prezzo dell'energia sul mercato. Infatti, i produttori vengono remunerati in base all'impianto che ha prodotto con il prezzo maggiore che sono ovviamente le centrali a gas. 

Dato però che ora il mix produttivo è cambiato, dato che con le rinnovabili, grazie alle giornate di sole, si riesce a produrre fino al 50% del fabbisogno, si dovrebbero dunque cambiare le regole di formazione del prezzo dell'energia stessa. 

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Un cambiamento che trova ovviamente ostacoli sul suo cammino, soprattutto da parte di chi produce da fonti rinnovabili che è, ovviamente, molto avvantaggiato da questo regolamento legato alle centrali a gas che hanno costi di produzione decisamente più alti rispetto al fotovoltaico.