Enav, gli investitori minacciano: "Non comprate aeroporti o ce ne andiamo"

Se tutti i soci decidessero di ritirarsi, Enav potrebbe dover affrontare un costo fino a 800 milioni di Euro

di Redazione Economia
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I grandi investitori mettono in guardia Enav: rischio di recesso se investono negli aeroporti

In vista del prossimo piano industriale (20 marzo) di Enav, la società sussidiaria del Mef, responsabile della gestione del traffico aereo, i grandi investitori istituzionali hanno sollevato una nota di allarme, avvertendo il consiglio di amministrazione che l'acquisizione di aeroporti potrebbe causare il loro ritiro dagli investimenti.

Il gruppo di primari fondi italiani e esteri ha manifestato il proprio dissenso attraverso un processo di "engagement", ossia un dialogo costruttivo con l'azienda, sottolineando che investire negli scali aeroportuali rappresenterebbe un rischio per la neutralità di Enav nell'esercizio del suo core business, violando così l'articolo 4 dello statuto aziendale. L'investimento negli aeroporti, pur potendo sembrare un'opportunità di diversificazione, potrebbe portare a una dispersione di risorse e a un indebolimento della focalizzazione sulle attività principali della società.

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In ogni caso tali tensioni sono nate a seguito di indiscrezioni emerse nel dicembre 2023 riguardanti un possibile interesse di Enav per lo scalo di Palermo. Se l'amministratore delegato, Pasqualino Monti, decidesse di perseguire questa direzione, sarebbe necessario convocare un'assemblea straordinaria per modificare lo statuto aziendale. Inoltre ciò potrebbe scatenare una battaglia legale e se tutti i soci decidessero di ritirarsi, Enav potrebbe dover affrontare un costo fino a 800 milioni di euro.