Enel lascia a secco il fondo di Putin. Niente cedola dalla controllata russa
Rdif Investment Management ha il 5,5% della società
Ricavi in crescita ma ebitda e utili in calo
Precedenza alla stabilità finanziaria: Enel Russia non pagherà dividendi sull'esercizio 2022. Resterà pertanto a bocca asciutta anche l'azionista pubblico Rdif Investment Management, il fondo russo per gli investimenti diretti che gestisce asset per 10 miliardi di euro, finito nel mirino delle sanzioni occidentali dopo l'invasione dell'Ucraina e da ieri messo in pausa anche da Mubadala, il fondo sovrano degli Emirati Arabi con il quale condivideva un partenariato strategico. Lo scrive Milano Finanza che ricorda comne Rdif detenga il 5,5% della società, public-joint-stock company quotata alla borsa di Mosca e controllata da Enel con una quota del 56,4%. Un altro 7,4% è in mano a Uroc Ltd, compagnia cipriota entrata nel capitale esattamente un anno fa.
La decisione sul dividendo è di pochi giorni precedente allo scoppio del conflitto, ma è contenuta nell'aggiornamento della guidance per l'anno in corso appena pubblicato sul sito di Enel Russia. "Data l'attuale attenzione alla stabilità finanziaria, la distribuzione di dividendi nel 2022 non è prevista come da decisione del consiglio di amministrazione", si legge nel documento.
In realtà le guidance sono positive, soprattutto se rapportate ai risultati dell'esercizio 2021 che si è chiuso con ricavi in crescita del 10% anno su anno, a 48 miliardi di rubli (grazie all'aumento dei prezzi e alla forte ripresa della domanda, che hanno compensato i forti rincari dei costi dei combustibili per alimentare le centrali) ma con numeri in calo sia per l'utile netto ordinario, a 3,9 miliardi di rubli (-12,5%) sia per l'ebitda, a 7,8 miliardi di rubli (-12,9%).
Per quanto riguarda invece l'attuale esercizio, il management prevede un ebitda a 10,5 miliardi di rubli (+33% anno su anno) e un utile netto di 3,4 miliardi di rubli (+31% anno su anno).
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La società opera solo sul mercato domestico, e al momento non si segnalano anomalie nel normale funzionamento dei tre impianti di generazione: Konakovskaya, Sredneuralskaya, e Nevinomisskaya. Nel portafoglio di Enel Russia ci sono anche altrettanti impianti eolici: Kola, Azov (entrato in esercizio lo scorso anno) e Rodnikovsky.
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