Eni con Var Energi acquisisce Neptune: operazione da 4,9 miliardi di dollari
Neptune è una società leader nell'esplorazione con un giro d'affari globale di asset principalmente a gas. Descalzi: "Acquisiamo portafoglio di elevata qualità"
Eni con Var Energi acquisisce Neptune
Eni spa annuncia che insieme a Var Energi ASA ha raggiunto un accordo per l'acquisizione di Neptune Energy Group Limited. Neptune è una società indipendente, leader nell'esplorazione e produzione, con un portafoglio globale di asset prevalentemente a gas e attività in Europa occidentale, Nord Africa, Indonesia e Australia. La produzione di Neptune, si legge in una nota del gruppo, è competitiva in termini di costo e ha un basso livello di emissioni. Neptune è stata fondata nel 2015 da Sam Laidlaw e attualmente è controllata da China Investment Corporation, da fondi gestiti da Carlyle Group e CVC Capital Partners e da alcuni manager della società Eni acquisirà l'intero portafoglio di Neptune con esclusione delle attivita' in Germania e in Norvegia.
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Le attività in Germania saranno scorporate dal perimetro prima dell'operazione, mentre le attività in Norvegia saranno acquisite da Var direttamente da Neptune ai sensi di uno share purchase agreement separato ("Acquisizione Var") (l'Acquisizione Eni e l'Acquisizione Var, congiuntamente l'"operazione"). L'acquisizione Var si perfezionerà immediatamente prima dell'acquisizione Eni, e i proventi derivanti dalla vendita del Neptune Norway Business rimarranno nel Neptune Global Business, acquisito da Eni. Var e' una societa' quotata alla Borsa di Oslo e detenuta al 63% da Eni.
Secondo i termini concordati, Neptune Global Business avrà un Enterprise Value pari a 2,6 miliardi di dollari, mentre Neptune Norway Business avra' un Enterprise Value pari a circa 2,3 miliardi di dollari. Al 31 dicembre 2022, il debito netto del Neptune Global Business (pro-forma per la vendita del Neptune Norway Business) era pari a circa 0,5 miliardi di dollari. Il corrispettivo netto finale per le operazioni di Eni e Var sara' pagato in contanti al momento del loro completamento. L'acquisizione Eni sara' finanziata attraverso la liquidita' disponibile.
L'operazione, prosegue la nota, "rappresenta un'opportunita' eccezionale per Eni, consentendole di integrare le proprie attivita' in aree geografiche chiave, di sostenere l'obiettivo del 60% di produzione di gas naturale e di raggiungere un livello di zero emissioni nette (Scope 1 + 2) nel business Upstream entro il 2030". L'operazione e' in linea con la strategia di Eni di fornire alla societa' energia accessibile, sicura e a basse emissioni, per la quale il gas naturale rimane una fonte importante. L'acquisizione di Neptune e' coerente con il framework operativo e finanziario di Eni e con gli obiettivi definiti nel Piano 2023-2026, consentendo di incrementare gli utili e i flussi di cassa, nonche' di creare valore addizionale per gli azionisti.
In particolare, spiega Eni, l'operazione genera i seguenti benefici: al 31 dicembre 2022, le riserve 2P erano pari a circa 484 milioni di barili di olio equivalente (boe), delle quali circa 386 milioni fanno riferimento al perimetro Eni, e di cui circa l'80% relative al gas naturale. L'operazione corrisponde ad un costo di acquisizione di riserve 2P pari a $10,1/boe. Vi è inoltre un significativo potenziale addizionale relativo alle contingent resources. Per l'esercizio chiuso al 31 dicembre 2022, Neptune ha registrato ricavi pari a circa $1,22 miliardi e un EBITDAX di circa $0,95 miliardi per Neptune Global Business. L'operazione apportera' ai portafogli di Eni e Var circa 130.0002 boe/g di produzione addizionale.
Eni stima che l'operazione aggiungera' al proprio portafoglio oltre 100.000 boe/g di produzione a basse emissioni nel periodo 2024-2026, di cui oltre il 70% sara' costituito da gas naturale (rispetto alla quota del 53% raggiunta da Eni nel 2022), di cui la quasi totalita' in grado di rifornire i mercati OECD tramite gasdotto o GNL. Eni si aspetta di generare sinergie in termini di costi di struttura e industriali pari a oltre $0,5 miliardi, e ulteriori upside in termini di riduzioni dei costi, inclusi quelli finanziari, attivita' di esplorazione e sviluppo, inclusa la CCUS, e attivita' midstream. L'operazione consentira' di accrescere nell'immediato gli utili e il CFFO per azione e sara' positiva in termini di free cashflow.
L'operazione e' inoltre coerente con il Piano 2023-2026 presentato nel febbraio 2023, con riferimento in particolare alle seguenti guidance: contributo netto positivo di 1 miliardo di euro dalle attivita' di portafoglio nel periodo di riferimento; capex complessivi pari a 37 miliardi di euro; leverage tra il 10% e il 20%; tasso di crescita medio annuo della produzione del 3-4% nel periodo 2023- 2026, prevalentemente attraverso investimenti organici oltre che l'impatto netto di attivita' di portafoglio di elevato profilo. Eni integrera' cosi' nuovi asset che apporteranno valore addizionale, mentre disinvestira' da altri nel quadro di una razionalizzazione e semplificazione del proprio portafoglio.
Eni, Descalzi: "Acquisiamo portafoglio di elevata qualità"
"Attraverso questa operazione Eni acquisisce un portafoglio di elevata qualita' e a bassa intensita' carbonica, con un'eccezionale complementarita' a livello strategico e operativo. Riteniamo che il gas sia una fonte energetica ponte cruciale per la transizione energetica globale, e siamo impegnati ad aumentare la nostra quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030". Cosi' l'ad di Eni, Claudio Descalzi, commenta l'operazione di acquisizione di Neptune. "Neptune contribuira' al nostro portafoglio prevalentemente con risorse gas. Inoltre, la sovrapposizione geografica e operativa e' sorprendente: aumenta la dimensione di Var Energi, societa' di cui Eni detiene la maggioranza; apporta una maggiore produzione di gas e ulteriori opportunita' CCUS nel Mare del Nord; consolida la posizione di Eni come prima compagnia internazionale in Algeria, fornitore chiave di gas per i mercati europei; incrementa la presenza di Eni nell'offshore dell'Indonesia, con forniture all'impianto di GNL di Bontang e ai mercati nazionali", aggiunge l'amministratore delegato di Eni.
"Ci aspettiamo inoltre che questi volumi addizionali di gas garantiscano ulteriori opportunita' di ottimizzazione per le attivita' GGP di Eni. L'operazione aggiungera' circa 4 miliardi di metri cubi di gas da destinare ai consumatori europei. Un ulteriore aspetto cruciale dell'operazione e' il basso costo delle nuove forniture e l'incremento di flusso di cassa che porta a Eni. Questo supporta il nostro impegno nell'offrire un dividendo attraente e solido e il programma di buyback a sostegno della distribuzione del 25-30% del CFFO ai nostri azionisti. La natura e le sfide della transizione energetica richiedono una risposta focalizzata, e questa operazione evidenzia in particolare due aspetti importanti della strategia finanziaria di Eni: la flessibilita' e l'opzionalita' che la nostra elevata liquidita' e il nostro basso leverage offrono, e il nostro innovativo modello satellitare che contribuisce ad accedere a capitali dedicati", conclude Descalzi.