Ex-Ilva, il giorno del giudizio è arrivato: rifinanziamento o chiusura

Il ministro Urso garantisce che l'acciaieria rimarrà come polo produttivo, ma i sindacati sono in fibrillazione

di Redazione Economia
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Ex-Ilva, il giorno del giudizio è arrivato: rifinanziamento o chiusura

Il confronto cruciale tra il governo e ArcelorMittal sull'acquisizione dell'ex Ilva raggiungerà il suo apice nella riunione imminente del Consiglio di amministrazione. L'incertezza persiste su un possibile accordo che potrebbe portare a un'approvazione della delibera da presentare successivamente all'assemblea dei soci. La precedente riunione del Cda si risolse con un nulla di fatto, poiché i rappresentanti di Invitalia disertarono l'incontro. La proposta di delibera, che prevedeva un aumento di capitale da 320 milioni, è rimasta in sospeso. I soci erano chiamati a partecipare in proporzione alle loro quote entro il 31 gennaio 2024, ad un prezzo di sottoscrizione di 1 euro nominale per azione. Tuttavia, il governo si è distanziato da questa proposta, sottolineando la mancanza di impegno da parte del socio privato e l'assenza di garanzie per la continuità aziendale.

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La divergenza tra Stato e ArcelorMittal persiste, anche considerando che i 320 milioni inizialmente previsti per le esigenze immediate rappresenterebbero solo una frazione del fabbisogno finanziario totale, stimato ora oltre 1,3 miliardi di euro. La riorganizzazione di Acciaierie d'Italia (ex Ilva) è stata al centro di incontri ripetuti, culminando nella prossima riunione del consiglio di amministrazione del 28 dicembre. Si discute su una possibile acquisizione degli asset aziendali attualmente gestiti in fitto da Ilva in amministrazione straordinaria dal 2018. Tale operazione richiederebbe un'analisi attenta del valore degli impianti, la contrattazione del prezzo e la valutazione della fattibilità di un finanziamento bancario.

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Le tensioni tra i soci sono evidenti, con ArcelorMittal favorevole a un intervento prioritario sul capitale, mentre Invitalia sostiene l'importanza di un intervento complessivo da 1,320 miliardi, comprendente la gestione delle questioni contingenti e il futuro sostenibile dell'azienda.

La data del 28 dicembre, che coinciderà con le riunioni del Cda di Acciaierie d'Italia e del Consiglio dei ministri, diventa cruciale per determinare l'orientamento futuro di questa delicata trattativa. Il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, sottolinea l'impegno per mantenere l'Ilva come un polo produttivo, con prospettive di riconversione green, assicurando che la produzione continuerà. Tuttavia, i sindacati, in fibrillazione, vedono gli slittamenti come un possibile preludio al Commissariamento, con potenziali impatti negativi sull'occupazione e sulla produzione.