Ex-Ilva, la situazione si complica: mancano 500 mln, a rischio il futuro

Futuro a rischio. L'obiettivo rimane la vendita entro la fine dell'anno, ma...

di Redazione
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Ecco perché la questione finanziaria si complica

La situazione della ex Ilva, l'acciaieria di Taranto ora sotto amministrazione straordinaria, presenta una sfida finanziaria significativa per garantire la sua operatività e prepararla per una futura vendita. Da fonti vicine al dossier, riportate da La Stampa, emerge che sarebbe necessario un investimento di un miliardo di euro entro la fine dell'anno per mantenere in gestione gli impianti, ma la struttura commissariale prevede di riuscire a investire solamente la metà di tale cifra. Questa somma ritenuta insufficiente rappresenta un ostacolo nella preparazione dell'empresa per il mercato, con il governo che mira a trovare un acquirente nei prossimi sei mesi.

Il bisogno di finanziamenti
Per continuare l'operatività dell'ex Ilva e far fronte agli impegni più immediati, i commissari hanno evidenziato la necessità di ottenere una somma di un miliardo di euro. Tuttavia, attualmente si prevede di spenderne solo 500 milioni, con l'intento di mantenere una produzione accettabile e portare l'azienda ad un livello minimo in vista della vendita.

Ostacoli e strategie finanziarie
La questione finanziaria si complica ulteriormente poiché la tranche di 500 milioni necessari non include il prestito ponte di 320 milioni disposto dal governo, il cui concretizzarsi resta incerto a causa delle approvazioni necessarie da parte della Commissione europea riguardo gli aiuti di Stato. Secondo il Ministro delle Imprese Adolfo Urso, le trattative con la Commissione procedono bene, anche se persiste una nota di pessimismo circa l'effettiva erogazione del prestito.

Un debito ingente
La questione del debito aggiunge un ulteriore strato di complessità. Attualmente i creditori richiedono che al passivo dell'azienda siano iscritti debiti per circa 1,5 miliardi di euro, cifra che non include i 680 milioni dovuti alla holding Invitalia per finanziamenti in conto capitale. Questo scenario debitorio si intreccia con le responsabilità condivise tra la struttura commissariale, il governo, il Tribunale e ArcelorMittal, il gigante anglo-indiano che ha acquisito l'Ilva nel 2018.

Verso la vendita
Nonostante le sfide, l'obiettivo immediato rimane quello di vendere l'Ilva entro l'anno. Recenti visite da parte di tre potenziali investitori - Metinvest dall'Ucraina, Vulcan Steel e Steel Mont dall'India - indicano un interesse concreto verso l'acquisizione dell'acciaieria. Il governo italiano aspira a vendere l'Ilva come un unico blocco, rifiutando l'idea di smembrare l'azienda e sottolineando l'importanza complementare degli stabilimenti di Genova e Novi Ligure rispetto a quello di Taranto.

Nel complesso, la sfida di ripristinare la piena funzionalità e di rendere vendibile l'ex Ilva appare complessa e multisfaccettata, coinvolgendo questioni di finanziamento, debito e compliance normativa europea, mentre il tempo per trovare soluzioni sostenibili continua a scorrere.

La precisazione - In riferimento all’articolo “Ex Ilva – Manca un miliardo” riportato questa mattina da alcuni organi di stampa, Acciaierie d’Italia in Amministrazione straordinaria ci tiene a precisare che il danno riscontrato negli impianti ammonta a un miliardo di euro e verrà riparato entro l’anno, spendendo una cifra di circa 400 milioni che verrà coperta con le fonti finanziare già previste dalla procedura.