Ex-Ilva, sindacati in pressing sul governo: "Assuma il controllo"

Al centro della discussione c'è la grave crisi finanziaria che richiede una ricapitalizzazione d'emergenza di almeno 320 milioni di euro

di Redazione Economia
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Ex-Ilva, i sindacati vogliono che il governo assuma la gestione

I sindacati esercitano pressioni sulla ex Ilva: "Il governo deve assumere la gestione". Palazzo Chigi ha convocato un vertice sull'ex Ilva per il 20 dicembre, ma il pressing sindacale nei confronti del governo non accenna a diminuire. Oggi, alle 11, è programmata una conferenza stampa sotto la sede della presidenza del Consiglio con i leader nazionali di Fim, Fiom e Uilm, ovvero Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella. Per loro, "è giunto il momento di cambiare la gestione di Acciaierie d'Italia", come riportato da La Stampa. L'assemblea degli azionisti (ArcelorMittal detiene il 62%, Invitalia il 38%) è stata rinviata al 22 dicembre dopo tre incontri infruttuosi.

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Al centro della discussione c'è la grave crisi finanziaria che richiede una ricapitalizzazione d'emergenza di almeno 320 milioni di euro per coprire i costi del gas e affrontare le esigenze più urgenti. I sindacati sostengono che "il governo, con un provvedimento d'urgenza, dovrebbe assumere il controllo dell'azienda, rimuovere gli ostacoli, garantire produzione, sicurezza e ripresa degli investimenti, individuando partner e nuove soluzioni industriali". Nell'ultima riunione, ArcelorMittal, che non ha intenzione di partecipare alla ricapitalizzazione, ha presentato una memoria di 12 pagine in cui lamenta la presunta mancata adesione del partner pubblico agli impegni sottoscritti attraverso i patti parasociali. La trattativa rimane complessa.

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Tra i possibili scenari, c'è anche l'opzione di dare seguito al memorandum of understanding (protocollo d'intesa) firmato l'11 settembre scorso, basato su un piano industriale di 4,6 miliardi di investimenti, di cui 2,27 provenienti da Repower Eu, sostanzialmente senza impegni per la multinazionale. Fim, Fiom e Uilm sottolineano che "la più grande azienda siderurgica italiana, vitale per molte altre filiere produttive, rischia il tracollo produttivo e il disastro occupazionale: il sindacato dei metalmeccanici continuerà a lottare per evitare ciò".