Ex Ilva, solo tre manifestazioni di interesse per l'intero gruppo: 13 le aziende in gara per Taranto
Il bando scade domani, ma Nippon Steel potrà entrare in corsa dopo il 20 settembre: ecco come. Il governo italiano tifa per una cordata (con dentro l'Italia) e non un soggetto singolo
Ex Ilva, entro venerdì a mezzanotte tutti gli interessati dovranno uscire allo scoperto
Manca solo un giorno alla chiusura del bando per la presentazione delle manifestazioni di interesse verso l'ex Ilva di Taranto, messa in vendita dal governo. Per il momento nessuna delle aziende che a voce ha manifestato la volontà di formulare un'offerta per l'acciaieria ha presentato domanda in maniera ufficiale, ma entro questa sera - riporta Il Sole 24 Ore - dovrebbero essere almeno 13 le società che manifesteranno il proprio interesse per il gruppo. Ai nastri di partenza, in una posizione avanzata, ci sono gli ucraini di Metinvest dell’oligarca Rinat Akhmetov, gli indiani di Vulcan Green Steel (ramo cadetto della famiglia Jindal) insieme ai loro connazionali di Steel Mont e i canadesi di Stelco, a loro volta da poco acquisiti dagli americani di Cleveland-Cliffs. Questi tre sarebbero interessati a tutta la ex Ilva.
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Ma anche dopo la scadenza del passaggio di domani a mezzanotte, potrebbe entrare in corsa Nippon Steel che, dopo essere stato estromesso dal governo americano dalla scalata a US Steel, potrebbe cercare – attraverso il ponte dell’ambasciata giapponese a Roma e dei suoi rapporti con il Governo italiano - nuova capacità produttiva a Taranto. Lo stesso - prosegue Il Sole - potrebbe capitare con Arvedi, il gruppo siderurgico cremonese che – dopo essere stato al centro di mille ragnatele in questi anni intorno all’ex Ilva - potrebbe non presentare alcuna manifestazione di interesse domani, per poi rientrare in gioco in un secondo momento.
C’è, poi, un numero nutrito di imprese interessate a rilevare pezzi dell’ex Ilva. Sia nella sua componente manifatturiera, sia nelle sue attività di servizi. Peraltro, in una seconda fase, sarà possibile – dopo la prima scrematura operata dai tre commissari sulla solidità delle manifestazioni di interesse – costruire alleanze fra imprese e gruppi per pezzi singoli, per parti o per la totalità di Acciaierie d’Italia. Quindi, la situazione - in una operazione che, nella stima dei commissari, potrebbe comportare l’incasso di un miliardo e mezzo di euro - è fluida. E si arriverà al dunque – dopo che peraltro da sabato in avanti sarà possibile per le imprese interessate accedere alla data room finanziaria, che ancora non è stata disvelata – non prima di fine novembre, quando l’offerta diventerà vincolante e dovrà riportare il prezzo a cui l’investitore è disposto ad acquisire tutto il gruppo o una parte di esso. Per il governo le cordate saranno lo snodo: serve un italiano accanto agli stranieri.