Factory srl, in crisi l'azienda di moda che ha vestito Vasco Rossi e Lady Gaga

Con il marchio Drome la società made in Toscana di Ferrero Rosati ha collaborato con numerose star del cinema e della musica

di Eleonora Perego
Celebrità che indossano DROMe
Economia

Factory Srl, crisi nera per l'azienda di capi in pelle toscana che con il marchio Drome ha vestito anche Madonna

Maneskin, Vasco Rossi, Lady Gaga, Madonna, Johnny Depp: sono solo alcune delle celebrità della musica, del cinema e dello spettacolo vestite negli anni dalla Factory Srl di Fucecchio. Un sogno made in Italy durato quasi 15 anni, che però non è bastato a salvare l’azienda di capi in pelle, attiva soprattutto con il marchio Drome, da una fortissima crisi. Dopo aver chiesto il concordato preventivo lo scorso 28 marzo, infatti, l’azienda ha depositato istanza di liquidazione giudiziale con esercizio provvisorio. Il tribunale di Firenze nei giorni scorsi ha nominato il liquidatore, il commercialista Andrea Ferlito, che dovrà fare l’inventario dei beni della Factory per poi iniziare la vendita. Il ricavato sarà ripartito tra quei creditori che si faranno avanti entro il prossimo 19 ottobre.

A rischio c'è il futuro di quasi 50 dipendenti, nel 2023, con alcuni di loro che sono già usciti dall’azienda, ma con tutti gli altri che non ricevono lo stipendio da oltre due mesi. Tra gli scenari possibili, oltre al licenziamento collettivo anche la cassa integrazione per cessazione dell’attività. Un’azienda piccola nelle dimensioni ma dai grandi numeri, almeno fino a prima della pandemia, con un fatturato di oltre 53 milioni di euro nel 2017, calato drasticamente a 22.874.138,00 euro nel 2021 (-37,68% rispetto al 2020) e poi a 6.209.045,00 euro nel 2022. Con perdite vistose, visto che è passata da un utile di + 2 milioni nel 2017 ad un rosso di -2.856.715,00 euro nel 2021, chiudendo il 2022 a -3.521.530,00 euro.

La crisi della Factory Srl sarebbe nata proprio con il periodo Covid, anche se la pandemia non è stata l’unica causa: a contribuire la conclusione della storica licenza di Neil Barrett (ex design director di Gucci e Prada) nel 2021, ma anche le difficoltà dovute all’eccessiva esposizione finanziaria che non ha permesso di continuare le produzioni per attuare un vero rilancio. Il problema è poi formalmente emerso nei mesi scorsi, quando è stata aperta una procedura di licenziamento, poi ritirata a seguito del confronto con i sindacati.

Proprio i sindacati di categoria, tra cui Andrea Simone di Filctem Cgil, e lo storico consulente del lavoro della Factory Srl Roberto Gervasi hanno confermato ad Affaritaliani.it la difficile situazione, auspicando il rapido intervento delle istituzioni. Un appello, quello delle parti sociali, raccolto tra gli altri dalla consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Irene Galletti, che lo scorso 23 maggio ha presentato una mozione al consiglio regionale della Toscana per richiedere un impegno deciso da parte della Regione a favore dei lavoratori coinvolti nella crisi.

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Factory Srl, in crisi l'azienda che ha vestito le star: da Johnny Depp a Vasco Rossi fino ai Maneskin

La storia della Factory Srl, però, inizia ben prima del 2008 – anno dell’iscrizione al registro delle imprese. E nasce addirittura nel 1974 con Ferrero Rosati, presidente della contrada Massarella, che inizia una prima avventura imprenditoriale nel garage di casa fondando con Silvano Politi e Alildo Boschi la “Santacroce”. Azienda, questa, che diventa un punto di riferimento nella produzione di capi d’abbigliamento in pelle, trattata come il tessuto. A tal punto che dopo alcuni anni viene chiamata a produrre per Prada, e non solo. La maison di lusso diventa socia della Santacroce nel 2001, e poi sua proprietaria nel 2008, quando Ferrero Rosati, insieme agli storici fondatori e a sua figlia – stilista emergente – Marianna, decide di lanciarsi in una nuova avventura, la Factory Srl. E in un nuovo brand che punta sulla creatività del design e sulla qualità delle materie prime, oltre che sulla produzione “made in Tuscany”: Drome, parola norvegese che significa “sogno”.

Un sogno, quello della Factory, che ben presto travalica i confini nazionali, con vendite e negozi – oltre 190 – in tutta Europa ma anche in Cina, Giappone, Turchia, Stati Uniti, Russia, Australia. Punti vendita a cui si affianca il commercio online e la customizzazione, ossia la personalizzazione di alcuni capi delle collezioni. Proprio questi capi “personalizzati” fanno la differenza, e fanno decollare la celebrità di Drome, che viene scelto anche da Madonna, Johnny Deep, Orlando Bloom, Justin Timberlake, Gianna Nannini e Marco Mengoni, ma non solo. Vasco Rossi si affeziona nel tempo alle loro giacche di pelle, chiedendo di averne alcune fatte su misura con pelli particolari, come quella che il cantautore romagnolo ha scelto di vestire durante il concerto del 1° luglio 2017 al Modena Park: un evento con 220.000 spettatori.

O ancora Lady Gaga, che per l’inizio del suo Joanne World Tour nel 2017 a Vancouver, ha indossato sulle note del brano Bloody Mary, un outfit in pelle rosso fiammante creato appositamente per lei da Drome. Fino ancora alla più recente e ormai mondiale rock band dei Måneskin, che in occasione dello show di apertura del loro Loud Kids Tour a Pesaro il 23 Febbraio 2023 hanno indossato dei total look customizzati DROMe, ispirati alla Collezione Spring Summer 2023, in pelle bianca e argentata. Ma che già durante il loro show a Buenos Aires a Settembre del 2022, o ancora in occasione del festival di musica internazionale Lollapalooza Stockholm 2022 avevano vestito i capi della Factory Srl.

Factory Srl, dal sogno di Ferrero Rosati di vestire i vip alla crisi: la lettera dei dipendenti e il post

Una favola dal fine non lieto, come dimostra anche l’eloquente post di Instagram del patron Ferrero Rosati, pubblicato il 24 maggio: una foto con le parole The end e il commento “Fine di una vera storia”, a cui sono seguiti tantissimi messaggi di affetto. Affaritaliani.it si è messo in contatto con il fondatore, che ha risposto alla richiesta di raccontare la sua storia con un “più avanti”. Troppo il dolore per la fine di una grande attività, amata da tante persone e dai dipendenti della stessa azienda.

 

 

 

Ilcuoioindiretta.it ha recentemente pubblicato una lettera scritta proprio dai lavoratori: “La Factory di Fucecchio è una piccola grande azienda fatta di persone con un cuore grande, a partire dai titolari. Grazie al loro temperamento sono riusciti a renderci una famiglia, insieme abbiamo fatto grandi cose ma le più importanti ognuno di noi le porta nel suo cuore. I nostri titolari sono persone speciali, che hanno sempre messo al primo posto i loro dipendenti. Anche durante gli anni più difficili non hanno mai perso il sorriso o l’ottimismo. Hanno anticipato tutte le mensilità della cassa integrazione nonostante il lavoro fosse calato drasticamente. Hanno cercato di rendere decoroso lo stipendio di ognuno di noi, privandosene loro. Adesso la Factory è in una situazione di crisi e i dipendenti rimasti non percepiscono lo stipendio da due mesi, non perché i titolari non vogliono pagarli ma perché le banche hanno congelato i conti. I nostri titolari si meritano soltanto stima, perché hanno fatto l’impossibile per riuscire a salvare questa fantastica realtà. Sono uomini da ammirare per il coraggio che hanno messo in questa impresa e vogliamo ringraziarli".

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