Fazio multato per 100 mila euro, la sua azienda di dolci utilizzava etichette ingannevoli. Boccone amaro per la Lavoratti
La Lavoratti prometteva ingredienti Dop e Igp che non erano contenuti nel cioccolato: sequestrati 1.200 prodotti e circa 5.400 etichette, con un valore di mercato che si aggirava sui 18.600 euro
Etichette ingannevoli e ingredienti fasulli. Fazio nei guai: maxi-sanzione da 100mila euro per il conduttore di "Che Tempo che fa"
Fabio Fazio, che già da qualche anno veste i panni di Willy Wonka (oltre che di conduttore) per conquistare i palati più esigenti con la sua fabbrica Lavoratti 1938, è stato beccato con le mani nella marmellata. O meglio, nel cioccolato. Infatti, secondo quanto riporta "la Verità", la sua impresa dolciaria, che si vantava di essere un faro dell'artigianalità gourmet, è stata sanzionata per ben 62.400 euro a causa di alcune etichette ingannevoli. Nel dettaglio, la Lavoratti prometteva ingredienti Dop e Igp, ma vendeva in realtà prodotti che, sorpresa, non li contenevano.
Il quotidiano torna indietro di un anno, al febbraio 2024, quando i Carabinieri del Comando Tutela Agroalimentare hanno visitato gli uffici della società Dolcezze di Riviera Srl, la proprietà dietro Lavoratti, per un'ispezione. E da qui la scoperta. Le etichette dei prodotti Lavoratti, cioccolatini e uova di Pasqua, riportavano ingredienti con denominazione protetta, come il "Pistacchio verde di Bronte" e la "Nocciola di Giffoni". Tutto bello, se non fosse che in realtà questi ingredienti non c’erano. E la beffa è che alcuni di questi prodotti vengono addirittura venduti a cifre che toccano i 200-300 euro.
Il gusto della truffa deve avere un sapore un po' amaro e così sono stati sequestrati 1.200 prodotti e circa 5.400 etichette, con un valore di mercato che si aggira sui 18.600 euro. E così alla fine sono state notificate 13 sanzioni amministrative per quasi 100.000 euro, ma con uno sconto del 30%, se pagate entro cinque giorni, che riduce la cifra a “soli” 62.400 euro.
Nonostante l'amara sorpresa, l'azienda ha cercato di risollevarsi. Il sito ha rimosso le descrizioni ingannevoli e ha rimpiazzato gli ingredienti "sospetti" come la nocciola di Giffoni con la nocciola Piemonte IGP e ha ripristinato il "pistacchio verde di Bronte Dop", seppure in modo vagamente anonimo.
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E come se nulla fosse, Lavoratti ha anche lanciato le uova di Pasqua in collaborazione con Gucci Osteria, e il tocco del tristellato Massimo Bottura. Eppure, se l’obiettivo di Fazio era quello di salvare una storica tradizione dolciaria che gli ricordasse l'infanzia e trasformarla in un'azienda d'elitè e gourmet, a conti fatti, avrebbe come minimo dovuto mostrare un po' più di trasparenza.