First Republic, corsa contro il tempo per evitare la tempesta bancaria
Il fondo di garanzia americano valuta il commissariamento. C'è una cordata guidata da JP Morgan
Autorità di controllo verso la liquidazione di First Republic
L’autorità americana di controllo bancario sta per mettere in liquidazione amministrativa coatta la First Republic Bank. Lo riportano i media americani. La decisione emerge dopo il crollo a Wall Street, con il meno 43 per cento registrato in giornata dal titolo, conseguente le voci di una bancarotta imminente. Dall’inizio dell’anno First Republic Bank ha perso il 97 per cento. L’autorità americana ritiene che le condizioni finanziarie della banca siano deteriorate e non c’è più tempo per trovare un acquirente nel settore privato. Se la banca che ha base a San Francisco dovesse essere messa in liquidazione sarebbe la terza banca americana a collassare da marzo. I depositi di First Republic avevano perso più di cento miliardi di dollari nel primo trimestre dell’anno.
Secondo il Wall Street Journal, l'agenzia americana incaricata di garantire i depositi bancari, la FDIC, potrebbe prendere il controllo della banca questo fine settimana e poi vendere i suoi asset a un altro istituto. JPMorgan Chase e PNC Financial Services sono tra le società interessate, aggiunge il quotidiano aziendale, citando fonti vicine alla vicenda. Le azioni di First Republic, venerdì, hanno accusato un ribasso del 43% alla Borsa di New York, toccando i 3,51 dollari, dopo diverse sospensioni delle quotazioni per eccessiva volatilità. Fondata nel 1985 a San Francisco e filiali situate principalmente nelle aree urbane della costa orientale, con clientela facoltosa, alla fine del 2022 First Republic era la quattordicesima banca più grande del paese per patrimonio.
L'ipotesi di un riacquisto di alcuni beni da parte di altre banche, spiegano gli analisti, senza l'intervento delle autorità è possibile ma incontra anche notevoli ostacoli, in quanto la maggior parte dei prestiti concessi da Prima Repubblica sono mutui a tasso fisso, che hanno quindi perso valore con il recente aumento delle tassi di interesse. Lo scenario di un semplice subentro da parte di un'altra banca è, per un motivo simile, improbabile. Infatti, il nuovo proprietario dovrebbe integrare immediatamente nei suoi conti il fatto che i beni della banca legati a tassi fissi, come mutui o buoni del tesoro, hanno perso valore.