Fondazione Crt, lo strappo sulla governance. II board tenta di ricucire

Il segretario generale Andrea Varese ha lasciato la Fondazione Crt, ma il tema del "patto occulto" è ancora al centro delle discussioni

di Redazione
Economia

Fondazione Crt, lo strappo sulla governance. II board tenta di ricucire

Il segretario generale Andrea Varese ha lasciato la Fondazione Crt. La prima questione all'ordine del giorno del consiglio di amministrazione dell'istituto torinese, azionista di Unicredit e Generali, è stata risolta rapidamente ieri. Il professionista, con esperienza pregressa in Fiat e Unicredit, selezionato dal presidente Fabrizio Palenzona per sostituire Massimo Lapucci, non ha più goduto della fiducia del consiglio, che ha votato per la sua rimozione con 4 voti contro 3. Lo scrive il Corriere.

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Il tema del "patto occulto" nel consiglio di indirizzo, di particolare interesse per il consiglio, è stato invece discusso a lungo. Il consiglio ieri doveva anche affrontare questioni rimaste in sospeso dall'ultima riunione di venerdì, tra cui le nomine nelle società partecipate dalla fondazione, e la discussione si è protratta fino a tarda serata. Ad interim, Annapaola Venezia, vicesegretaria generale, sostituirà Varese, come previsto dallo statuto. La selezione del successore richiederà del tempo, con vari nomi in circolazione, anche se Marco Casale, direttore finanziario, sembra essere il più probabile.

Il presidente Palenzona ha presentato i risultati dell'indagine condotta sul presunto "patto occulto", inclusi pareri legali che, secondo voci non confermate, indicano irregolarità non solo in termini di disciplina interna ma anche rispetto al codice etico della Fondazione. L'uscita di Varese è il culmine di contrasti maturati negli ultimi mesi tra gli organi collegiali e Palenzona. La sfiducia verso Varese è scaturita dalla sua decisione di informare il ministero dell'Economia sull'presunto "patto occulto" nel consiglio di indirizzo della Crt. Questo accordo era mirato a influenzare le nomine all'interno dell'organo composto da 22 membri, rappresentanti delle varie componenti territoriali e istituzionali della fondazione. L'iniziativa ha danneggiato Enzo Ghigo e Gianfranco Morgando, nominati su indicazione del presidente del Piemonte, Alberto Cirio, e del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.

Quattro membri del consiglio, non apprezzando la mossa di Varese, hanno espresso la loro contrarietà, portando alla sua sfiducia e alla sua rinuncia. La vicenda ha irritato Palenzona, interpretandola come un attacco alla sua gestione e presidenza. Tuttavia, la lettera di denuncia del "patto occulto" al Tesoro portava anche la sua firma insieme a quella di Varese. Altri malumori covavano nella Fondazione, con alcuni consiglieri che lamentavano l'eccessivo centralismo decisionale del presidente e la mancanza di condivisione nelle strategie finanziarie. Critiche si sono concentrate su investimenti considerati non in linea con la missione territoriale dell'ente, come quelli nella Banca del Fucino e nella Banca di Asti, oltre che nelle vigne Enosis nell'Alessandrino. Nelle prossime settimane si vedrà se queste divergenze troveranno una soluzione o si tradurranno in una rottura. Le nomine nelle partecipate della fondazione potrebbero offrire un'opportunità di riconciliazione, coinvolgendo Officine Grandi Riparazioni, Ream e Equiter, società di cui sono azioniste altre fondazioni del Nordovest.

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