La Fos (Prysmian) di Battipaglia verso la chiusura per "eccesso di qualità"

La chiusura è stata innescata da diversi fattori, tra cui l'aumento dei costi dell'energia, le politiche degli appalti e la mancanza di incentivi dal governo

di Redazione Economia
Cantieri fibra ottica
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Fos, l'azienda di fibra ottica di Battipaglia, rischia la chiusura per la "troppa qualità"

Quello che sta avvenendo all'azienda Fibra Ottica Sud, FOS di Battipaglia del gruppo Prysmian, riflette un paradosso economico non indifferente: la chiusura per eccesso di qualità. Infatti, la produzione di fibra ottica ad alto contenuto tecnologico ha determinato standard e costi così elevati da rendere il prodotto poco competitivo sul mercato italiano. Come riportato dal Fatto Quotidiano, questa situazione mette in pericolo sia i 300 lavoratori specializzati che l'indotto, già in cassa integrazione ordinaria a zero ore da ottobre e destinati alla Cigs straordinaria per cessazione attività a partire da aprile.

Secondo i sindacati, il governo italiano non ha  fatto abbastanza per salvaguardare l'azienda in provincia di Salerno, riconosciuta come un'eccellenza nel panorama del "made in Italy". I lavoratori, in presidio da 40 giorni, lamentano sopratutto la repentina decisione dell'azienda di interrompere la produzione di fibra ottica in Italia, generando una vera e propria crisi sociale nell'area. Tra i principali fattori che hanno contribuito alla chiusura dell'azienda, emerge innanzitutto l'aumento dei costi dell'energia, aggravato dal conflitto russo-ucraino, che ha portato a un aumento esorbitante del costo della corrente elettrica. Inoltre, anche la mancanza di agevolazioni da parte del governo ha influito sulla decisione di chiudere.

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Un altro problema è rappresentato dalle politiche degli appalti, dove la fibra ottica di alta qualità prodotta dall'azienda non ha trovato spazio a causa della preferenza per prodotti a basso costo provenienti da Cina, India e Corea. Se fossero stati imposti criteri qualitativi più rigorosi per i bandi relativi all'infrastruttura digitale, si sarebbero garantite commesse all'azienda campana, favorendo un prodotto più affidabile e sicuro per l'installazione sulla rete nazionale.

La speranza dei lavoratori ora è che si trovi un acquirente per l'azienda, argomento di cui si sta discutendo al ministero delle Imprese e del "made in Italy". Prysmian ha proposto un piano di ricollocazione, ma gli operai temono che possa essere solo un preludio a futuri licenziamenti. Si auspica un intervento del governo simile a quello effettuato per l'Ilva, così da creare le condizioni per rendere l'azienda più appetibile per un potenziale acquirente interessato a investire nella fibra ottica di qualità. Altrimenti si cerca di trovare un modo per far rientrare l'azienda nei bandi già assegnati, evitando che i fondi del Pnrr finiscano all'estero.

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