Fuga di cervelli, 7 laureati su 10 non hanno intenzione di tornare in Italia

Al 38,4% di occupati all'estero che giudica improbabile il rientro si somma un altro 30,5% che lo reputa poco probabile. Lo studio di Focus AlmaLaurea del 2024

di Redazione Economia
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Laureati, fuga di cervelli all'estero: il confronto tra stipendi che umilia l'Italia

In Italia il problema della fuga dei cervelli all'estero si fa sempre più drammatico. Uno studio del 2024 di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati svela dati davvero sconfortanti. Circa il 70% degli occupati all’estero dopo la laurea esclude (o quasi) di rientrare in Italia. Al 38,4% - riporta Il Sole 24 Ore - che giudica "improbabile" il ritorno si somma, infatti, un altro 30,5% che lo reputa "poco probabile"; completano il campione il 14,7% che non esprime un giudizio e quel misero 15,1% che intende invece compiere il percorso inverso (peraltro in calo dell’1,7% rispetto al 2022).

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Basta guardare le paghe per capire - prosegue Il Sole - come mai si spostano. I laureati di secondo livello giunti oltre confine percepiscono, a un anno dalla laurea, 2.174 euro mensili netti, +56,1% rispetto ai 1.393 euro di chi è rimasto. Dopo cinque anni tale differenziale sale addirittura a +58,7%, considerando che all’estero si arriva a percepire in media 2.710 euro, rispetto ai 1.708 degli occupati in Italia. In realtà, dietro la scelta di emigrare ci sono anche altre ragioni. Il 32% dei "cervelli" in fuga è partito perché ha ricevuto un'offerta di lavoro interessante da parte di un'azienda straniera, cui si aggiunge un ulteriore 27,4% che si è trasferito per mancanza di opportunità lavorative adeguate in Italia.