Fusione con Mps o nuove sponde? Ops Unicredit-BancoBpm, il duplice scenario se l'offerta dovesse naufragare
Secondo le indiscrezioni raccolte, pare che l’intenzione del governo sia quella di “vigilare con grande attenzione"
Ops Unicredit-BancoBpm, il duplice scenario se l'offerta dovesse naufragare
Traspare in maniera piuttosto evidente l'irritazione del governo per quanto successo all’alba con l’Ops di Unicredit su BancoBpm. Le parole di Matteo Salvini, prima, e di Giancarlo Giorgetti poi, che parlano di necessità di Golden Power e di “banca straniera” riferito all’istituto di credito guidato da Andrea Orcel è la testimonianza di un mal di pancia diffuso.
Secondo quanto ricostruito da Affaritaliani.it, sembra che sia soprattutto la Lega, che ha storicamente un rapporto con BancoBpm a essere irritata, mentre Forza Italia - pur volendo evitare risse in seno alla maggioranza - è più propensa a lasciar fare al mercato.
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La verità, però, è che l’esecutivo è stato informato dell’intenzione di procedere con l’Ops solo a cose fatte, un atteggiamento che ha irrigidito immediatamente le posizioni. Ora, poiché è naturale immaginare che questa prima offerta non verrà accettata - perché giudicata troppo bassa, visto che, una volta pagati i dividendi il prezzo corrisposto sarà inferiore al valore di mercato di venerdì scorso di BancoBpm - si potrebbe arrivare a un duplice scenario.
O si accelererà sulla fusione di Piazza Meda con Mps, in modo da avere una massa critica tale da non poter più essere “mangiata” da Unicredit. Oppure si cercheranno altre sponde, magari di italianità come già avvenuto a suo tempo con Anima e la triangolazione tra Poste e Caltagirone. Ma certo, il governo non aveva gran voglia di dover dirimere anche questa vicenda. E, secondo le indiscrezioni raccolte, pare che l’intenzione sia quella di “vigilare con grande attenzione”, evitando di avallare la situazione senza prima aver studiato attentamente il dossier.