Economia
Unicredit, il capolavoro di Orcel e l’addio al Terzo Polo
Unicredit lancia un'offerta pubblica di scambio su Bpm. La missione di Orcel è quella di espandere la banca, non solo di far crescere la sua capitalizzazione
Unicredit, il capolavoro di Orcel e l’addio al Terzo Polo
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” cantava Antonello Venditti. E probabilmente, l’ha fischiettata anche Andrea Orcel, ai piani alti di Piazza Gae Aulenti mentre orchestrava l’offerta - clamorosa - per BancoBpm. Un’opa totalitaria integralmente in azioni, tra l'altro "a prezzo di costo", cioè senza riconoscere alcun premio, che lancerebbe l’istituto di credito milanese nell‘empireo del credito europeo.
Da mesi l’accusa a Orcel era la stessa: è bravo, remunera gli azionisti, ma droga il mercato con il buyback e la sua missione è quella di espandere UniCredit, non solo di far crescere la sua capitalizzazione. Ebbene, il manager romano ora conquista anche i più scettici e lo fa nel momento in cui, sul fronte tedesco, registra un rallentamento per l’acquisizione di Commerzbank dovuto alle elezioni anticipate di febbraio. Così, poiché il dossier teutonico resta al palo, Orcel ha scelto di lanciarsi in un’operazione di grande impatto.
E va riletta in quest’ottica la scelta di Giuseppe Castagna di acquisire Anima nelle scorse settimane: non per accrescere il proprio bacino e immaginare di rilevare Mps, ma in ottica difensiva, per evitare operazioni sgradite. Già nel 2022 UniCredit aveva provato a comprare il Banco, ma all’epoca l’operazione saltò perché venne svelata dai giornali. Oggi invece nessuno “spiffero”.
Con questa opa (se dovesse andare in porto) UniCredit si ritroverebbe improvvisamente come leader italiano, sopravanzando Intesa e scalando posizioni anche in Europa. Orcel, d’altronde, l’aveva sempre detto: per reggere l’urto dei nuovi mercati bancari servono istituti da 100 miliardi o più di capitalizzazione. E con questa mossa UniCredit ci si avvicina.
Chi ne esce sconfitto è il Terzo Polo, che sembrava dover ruotare intorno a BancoBpm/Bper/Mps. “Ma dove si è mai visto - commentava con Affari un importante manager - che ci siano tre poli quando negli altri Paesi si fa fatica ad averne due?”. E in effetti, viene difficile nominare più di due grandi istituti per Paese. Ora che succede? Se l’opa di UniCredit dovesse definitivamente andare in porto, l’Italia si troverebbe con un gruppo di dimensioni "europee", presente in tutto il Paese, con una forte presenza anche nel risparmio gestito, vera gallina dalle uova d’oro di un mercato del credito che è ormai sempre più lontano dal mero ruolo di luogo in cui si depositano gli stipendi. Tra l'altro, con in pancia Anima e il 9% di Mps. Per questo, qualcuno sospetta che possa essere una mossa per bloccare qualsiasi operazione da parte di Castagna. Si vedrà, insomma. Ma messa così è il capolavoro di Andrea Orcel, quindi, che dimostra di aver saputo quadruplicare il valore azionario della banca in Borsa e di essersi ritagliato un posto tra i “big”. Chapeau.