Gas troppo caro, si fermano le cartiere: "Crisi peggiore della pandemia"

Assocarta: “Subito misure in grado di anticipare i benefici alle imprese degli stoccaggi in comune e della diversificazione degli approvvigionamenti”

Economia
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Sempre più cartiere costrette a chiudere. Il peso della bolletta del gas sul fatturato è aumentato del 400% solo nel 2021/2020

Prezzo del gas alle stelle e costi di produzione che superano i ricavi: sempre più cartiere sono costrette a fermarsi. Dal caso di Pro-Gest, uno dei gruppi industriali più importanti in Italia, che ha sospeso la produzione di ben sei stabilimenti, allo stop produttivo delle Cartiere Saci (da ieri nello stabilimento di strada della Ferriera, a Verona, lavorano solo i manutentori), il settore è in ginocchio, in una situazione che si delinea peggiore di quella pandemica.

"Se lo scorso dicembre le cartiere italiane pagavano il gas naturale, col quale producono energia elettrica per il funzionamento degli impianti, cinque volte in più, in questi giorni il costo è mediamente decuplicato, con punte di quindici volte di più”, ha spiegato Lorenzo Poli, presidente di Assocarta. “Abbiamo resistito, anche producendo in perdita, ma in questi giorni sempre più stabilimenti cartari si stanno fermando e stanno riducendo l’attività. Non ci ha fermato la pandemia, ci sta riuscendo uno choc energetico, a seguito dell’attuale situazione di crisi tra Ucraina e Russia", ha aggiunto Poli. 

Il settore della carta, che conta ben 150 stabilimenti dislocati in tutto il Paese, si lascia infatti alle spalle un anno difficile, ma pur sempre "sostenibile": nel 2021 le aziende hanno prodotto oltre 9,6 milioni di tonnellate, in crescita del 12,5% sul 2020, generando un fatturato di 8,18 miliardi di euro in aumento del 28,6%. Un incremento che riflette "il tentativo di recuperare almeno parte degli ingenti rincari delle materie prime fibrose e di gas, energia e trasporti". 

Ora invece, "le cartiere italiane si stanno misurando con un peso della solo bolletta del gas sul fatturato aumentato del 400% solo nel 2021/2020, ma dall’inizio del 2022 il dato è molto peggiorato”. Ad oggi, le fermate e le riduzioni di produzione dipendono anche dalla tipologia di carta prodotta e dal mercato di riferimento. “Su quanto, ci sembra, sia stato deciso ieri in Europa apprezziamo le azioni  riguardanti le necessità di stoccaggi in comune di gas e la diversificazione delle fonti che avranno impatti strutturali nel medio periodo, contenute nella bozza di documento Joint European Action”, ha affermato ancora Poli. 

“Vanno però immediatamente prese delle misure compensative per i rialzi dei costi energetici a favore delle imprese energivore, pure previste dal Joint European Action.  Ad esempio,  misure immediate in grado di “anticipare” i benefici degli stoccaggi in comune e della diversificazione degli approvvigionamenti alle imprese, oltre alla  sospensione del mercato della CO2”. Con le cartiere si sta bloccando l’intera filiera, per la produzione di imballaggi, di carte igieniche sanitarie, di carte medicali, di carte grafiche per l’editoria e l’informazione, oltre all’economia circolare e al riciclo della carta.

Infine, nel Joint European Action si fa riferimento anche al biometano. "A questo proposito vanno immediatamente sbloccati gli incentivi per la produzione dello stesso da avviare nella cogenerazione negli impianti industriali come previsto dalla Direttiva RED II. Anche questo significa diversificare l’approvvigionamento".

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