GdF: "Così nel 2017 i Benetton si son spartiti 2,6 miliardi". Il dossier

Crollo del Morandi: un'informativa inedita mostra scelte orientate a tagliare i costi e a incassare dividendi. Il documento che potrebbe diventare un "movente"

Economia

Crollo Morandi: "Più utili, meno manutenzioni". La carta segreta

Sull'inchiesta relativa al crollo del Ponte Morandi di Genova, costato la vita a 43 persone, emergono novità importanti. Spunta un dossier della Guardia di finanza, un rapporto inedito visionato dal Fatto Quotidiano, e che sarà depositato e discusso nelle prossime settimane nell’ambito del processo per il crollo del Morandi. Negli ultimi dieci anni, i dividendi distribuiti da Autostrade per l’Italia sono "aumentati in modo costante", mentre le spese di manutenzione venivano dimezzate. La media dei costi di produzione del settore aumentava, ma quelli della concessionaria, in controtendenza, diminuivano. Nell’anno precedente alla strage di Genova, Atlantia Spa – la holding che controllava Aspi, partecipata al 30% dai Benetton – ha festeggiato distribuendo un dividendo straordinario di 2,5 miliardi di euro, cioè il 230% in più rispetto ai 775 milioni del 2016.

L'informativa - prosegue il Fatto - firmata dal generale Ivan Bixio e dal colonnello Giampaolo Lo Turco, mette in fila i bilanci dei dieci anni precedenti alla strage di Genova, mostrando, in sostanza, come a monte della strage ci siano politiche aziendali orientate sistematicamente al taglio dei costi e alla distribuzione di ricchi dividendi. Una sorta di “movente”, che può spiegare determinate scelte a monte della strage di Genova. Gli azionisti – è bene precisare – non sono mai stati indagati. Ad ogni modo è stata l’Anac, l’Autorità anticorruzione, ad accertare come le concessionarie non abbiano realizzato il 90% degli investimenti concordati con il ministero delle Infrastrutture fra il 2008 e il 2017. Pur gestendo ben 3.911 fra viadotti e gallerie su 7.317, il 53,45%, Aspi ha effettuato fra il 2008 e il 2017 appena il 2,3% delle spese di manutenzione complessive: "Una percentuale che appare alquanto esigua – sottolinea la Guardia di finanza – in relazione all'importanza delle opere in concessione".

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