Generali, Cda a maggioranza su Donnet. Le critiche di Calta-Delfin a Galateri
Nove contro quattro (Francesco Caltagirone, Romolo Bardin, Paolo Di Benedetto, Sabrina Pucci) per Philippe Donnet: come da attese dopo la riunione informale dei consiglieri non esecutivi e il comitato nomine sul tema, il consiglio di amministrazione delle Assicurazioni Generali ha dato il via libera a maggioranza alla presentazione della lista del consiglio uscente per la prossima assemblea di aprile 2022 quando i soci dovranno anche rinnovare, oltre ad approvare il bilancio 2021, anche le cariche sociali. Una procedura che prevede un ruolo di coordinamento del presidente Gabriele Galateri supportato da consulenti legali e società di head hunting per l’individuazione dei profili e dei nomi dei componenti del prossimo board.
Un consiglio sempre a 13 membri con il rinnovo dell’attuale Ceo per il terzo mandato. Un rinnovo a cui invece si oppongono strenuamente i soci forti Francesco Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e la Fondazione Crt che accusano Galateri di mancanza di indipendenza, perché porta avanti una procedura di “eterodirezione” che non darebbe luogo a una lista finale del consiglio, ma di Mediobanca. La critica però non tiene conto del fatto che anche i due consiglieri espressione di Assogestioni hanno votato a favore del rinnovo di Donnet che ha dalla propria i risultati di bilancio.
“Il consiglio di amministrazione di Assicurazioni Generali, riunitosi sotto la presidenza di Gabriele Galateri di Genola, ha approvato a maggioranza la procedura per la presentazione della lista per il prossimo rinnovo del Cda da parte del Cda uscente, procedura ovviamente suscettibile di eventuali adeguamenti che fossero richiesti dalle Autorità di Vigilanza”, recita un comunicato del Leone emesso al termine di una lunga riunione del board iniziato alle 14.30 e terminato attorno alle 20. “Nel corso della riunione, il Cda ha preso atto delle conclusioni della riunione del 14 settembre 2021 dei consiglieri non esecutivi, comunicate al mercato all’esito di detta riunione”, ha concluso la nota.
Dopo gli scontri fra gli azionisti stabili della compagnia e i rafforzamenti nel capitale sia dello schieramento di soci che ha sostenuto la procedura lista del consiglio e Donnet (Mediobanca e De Agostini) sia di quello che vuole discontinuità al vertice per intraprendere una politica di M&A delle Generali più aggressiva in modo da ridurre la distanza in termini dimensionali e di market cap con i competitor Allianz, Axa e Zurich, gli occhi sono puntati suo componenti di quest’ultimo.
Caltagirone, Del Vecchio e Fondazione Crt (al 12,56% la quota in mano al Patto dopo che Delfin ha arrotondato oggi ancora con uno 0,03%) mirano ad arrivare ai nastri di partenza di aprile prima dell’assemblea con una quota (c’è da capire se comprensiva anche del 3,97% dei Benetton favorevoli a un cambio di marcia nella compagnia) superiore al 18,9% su cui più contare (con l’appoggio dei Boroli-Drago di De Agostini) Piazzetta Cuccia: dunque proseguiranno a rastrellare titoli Generali e inizieranno a preparare una lista alternativa (tre in tutto in assemblea con quella di Assogestioni), in cui l’elemento determinante per influenzare il voto decisivo degli investitori istituzionali (oltre il 40%) sarà la scelta dell’amministratore delegato alternativo a Donnet e un piano aggressivo in grado di convincere il mercato.
Tre saranno le variabili in gioco per la vittoria: oltre al voto degli istituzionali, la presenza in assemblea e i voti che andranno ad Assogestioni, preferenze che andranno a sottrarsi ai voti pro-lista del consiglio e Donnet. Una volta individuati candidato alternativo a Donnet e nuove strategie, Caltagirone e Del Vecchio inizieranno la campagna elettorale in favore della discontinuità presso il mondo dei grandi fondi. Il tempo da qui ad aprile, però, è ancora lungo e gli osservatori si attendono colpi di scena in quella che è stata ormai ribattezzata come la battaglia di Trieste, immediatamente nel cuore della finanza tricolore.
Colpi di scena sono attesi a partire dall’assemblea di Mediobanca del 28 ottobre, dove Delfin e l’ingegnere romano si presenteranno con quasi il 23% del capitale (sotto il 25 potenziale). Un appuntamento per cui oggi è emerso che nell'esercizio 2020/21 il compenso dell'amministratore delegato della merchant bank, Alberto Nagel, ha ricevuto come compenso 4,17 milioni di euro, in crescita del 34% sul 2019/20, principalmente per effetto della componente variabile, quasi raddoppiata a 1,8 milioni di euro grazie ai risultati in aumento raggiunti da Piazzetta Cuccia.
@andreadeugeni