Generali, rumors: martedì 15 l'epifania delle liste per il futuro Cda

I dubbi su Costamagna, De Giorgi e il prestito titoli di Mediobanca

di Andrea Deugeni
Economia
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La partita per il controllo della compagnia assicurativa triestina

Si stringe sulle liste per il rinnovo degli organi sociali delle Assicurazioni Generali, nominativi che si scontreranno in assemblea a Trieste il 29 aprile: il d-Day in cui potrebbe essere alzato il velo su entrambi gli schieramenti (la lista del consiglio, sostenuta da Mediobanca e da De Agostini e quella di Caltagirone, appoggiata da Delfin e da Fondazione Crt) potrebbe essere martedì 15.


Il Ceo delle Generali Philippe Donnet

Se nella compagnia i giochi sono fatti con la lista definitiva del board uscente capeggiata da Andrea Sironi e da Philippe Donnet (sicuri anche i nomi dei consiglieri Diva Moriani, Clemente Rebecchini, Lorenzo Pellicioli, Antonella Mei-Pochtler, Alessia Falsarone e Luisa Torchia) e che riceverà la bollinatura lunedì 14 al board in programma per esaminare i conti del 2021, il patron del Messaggero sta completando le ultime caselle con l’aiuto dell’ex presidente di Cdp Claudio Costamagna.

Il banchiere milanese, molto conosciuto nel mondo degli investitori istituzionali e il cui nome in passato era spuntato più volte per la carica di presidente del Leone, di fatto si è sostituito all’advisor che Caltagirone aveva scelto, Korn Ferry per la stesura di un elenco che probabilmente, se non ci saranno cambi di strategia dell’ultima ora, sarà una lista di maggioranza.


Da sinistra, Francesco Caltagirone e Alberto Nagel

I nomi di Costamagna, come presidente e del banker triestino Diego De Giorgi, bocconiano, ex Goldman Sachs (come Costamagna) e BofA-Merril Lynch, ben visto da Leonardo Del Vecchio (tanto che l’imprenditore dell’occhialeria aveva caldeggiato nel 2020 il suo ingresso anche nel board di UniCredit), vengono dati come "una delle opzioni possibili" per le caselle della governance. Opzioni, però dai potenziali risvolti elettorali importanti: il primo, Costamagna, decisivo anche nell’orientare nel 2012 il voto del mercato nella grande contesa di Piazza Affari all’ultimo voto su Impregilo fra il gruppo GavioSalini per la conquista del general contractor, è molto conosciuto nel mondo degli investitori istituzionali, il vero ago della bilancia (con oltre il 35% del capitale) nell'assemblea del Leone.


Il presidente di Revo Claudio Costamagna

Il secondo, nordestino, De Giorgi nome noto anche ai Benetton (azionista “indeciso” a Trieste con il 3,97%) a cui la famiglia di Ponzano Veneto aveva valutato nel 2020 di affidargli le chiavi della cassaforte di Edizione.

Fra alcuni osservatori della battaglia per le Generali però ci sono perplessità sia sull’impegno definitivo di Costamagna, visto che il banchiere è anche presidente di Revo, la spac lanciata con l’ex Generali e Cattolica Alberto Minali e attiva nell’insurtech, sia sul coinvolgimento di De Giorgi: il banchiere è ora a capo della spac Pegasus Europe, lanciata lo scorso anno con l’ex Ceo di UniCredit Jean Pierre Mustier e quotata su Euronext Amsterdam e non più tardi di due mesi fa aveva smentito ogni coinvolgimento nella vicenda. 

Punti interrogativi ci sono anche sul prestito titoli di Mediobanca (a differenza di quanto riportato oggi dal Sole 24 Ore, però, la riunione del collegio della Consob sul tema non pare essere imminente), il cui utilizzo (quota del 4,42% delle Generali con diritti di voto da esercitare solo fino all’assemblea) è assolutamente consentito nell’ordinamento italiano, ma sulla cui opportunità in termini di corporate governance nell’ottica del sostegno al board da parte di un azionariato stabile più di qualcuno ha alzato il sopracciglio.

@andreadeugeni

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