Guerra Ucraina, allarme dell'AIEA: "Da Chernobyl non arrivano più dati"
La Russia ha preso il controllo della centrale nucleare, l'AIEA lancia l'allarme: i sistemi di controllo hanno smesso di funzionare. Infiamma la paura
Uno dei primi obiettivi strategici è stato raggiunto, ora si teme il peggio per una seconda catastrofe
La Russia prende il controllo della centrale nucleare di Chernobyl e l'Agenzia internazionale dell'energia atomica si appresta a lanciare un importante allarme: i sistemi che permettono di controllare a distanza i materiali nucleari della centrale di Chernobyl in Ucraina, sotto controllo russo, hanno smesso di trasmettere i dati.
Mosca ha preso il controllo della centrale nucleare, uno dei primi obiettivi strategici raggiunti dopo l'invasione del Paese iniziata il 24 febbraio scorso, facendo temere per possibili incidenti 36 anni dopo la peggior catastrofe nucleare della storia, avvenuta proprio a Chernobyl nell'aprile del 1986. Fino a quando i dati sono stati disponibili, l'organismo di Vienna non aveva rivelato aumenti dei livelli di radioattività.
La centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhya sarebbe ora sotto il pieno controllo delle forze militari russe. Lo riferisce la Guardia nazionale russa. Circa 240 militari ucraini a guardia della centrale avrebbero deposto le armi "per tornare a casa", aggiungono i militari di Mosca, che precisano che le attività della centrale proseguono regolarmente.
Il leader dell'AIEA Rafael Grossi ha indicato che "la trasmissione a distanza dei dati dei sistemi di controllo dei sistemi di sicurezza installati nella centrale è stata tagliata", si legge in un comunicato: si tratta delle misure tecniche che l'AIEA applica a materiali e attività nucleari per dissuadere la diffusione delle armi nucleari. Oltre 200 fra tecnici e guardie sono bloccati nel sito ucraino, e lavorano da 13 giorni sotto la sorveglianza russa.
L'AIEA ha chiesto alla Russia di concedere loro rotazioni, poiché i turni di riposo e gli orari fissi di questi addetti sono essenziali per garantire la sicurezza dell'impianto."Sono profondamente preoccupato dalla situazione difficile e stressante in cui si trova il personale della centrale di Chernobyl e dai rischi potenziali che questo comporta per la sicurezza nucleare", ha detto Grossi, dicendosi disponibile a recarsi personalmente sul sito o anche altrove per ottenere da tutte le parti un impegno sulla sicurezza delle centrali nucleari ucraine.
Non si è fatta attendere la risposta da parte del Cremlino. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, la Russia "ha il controllo della situazione" nel sito nucleare di Chernobyl. "Attualmente, il controllo della situazione nella centrale nucleare di Chernobyl è svolto congiuntamente da personale militare russo, specialisti ucraini, personale civile della centrale e la guardia nazionale di questo paese", ha affermato Zakharova. La portavoce ha poi smentito le notizie su un presunto aumento di venti volte del livello di radiazioni nel sito.
Zakharova ha aggiunto che anche la centrale nucleare di Zaporozhye funziona normalmente e che la situazione nella città di Energodar è calma. "Le azioni dell'esercito russo in questa pericolosa situazione sono state dettate dalla necessità di prevenire una provocazione nucleare da parte dei nazionalisti ucraini, che, a quanto pare, non hanno nulla da perdere", ha spiegato, "in effetti, sono stati addestrati per questo. Ecco perché l'esercito russo sta prendendo il controllo degli impianti nucleari dell'Ucraina".
Per Kiev però lo scenario è peggiore. I russi hanno "completamente scollegato dalla rete elettrica" la centrale nucleare di Chernobyl, finita sotto il loro controllo, ha annunciato l'operatore energetico ucraino Ukrenergo in una nota diffusa su Facebook in cui ha aggiunto che a causa delle ostilità in corso "non c'è possibilità di ripristinare le linee". Lo scollegamento dall'elettricità, secondo quanto diffuso da Energoatom, azienda di Stato ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari sul territorio ucraino, impedisce potenzialmente il raffreddamento del combustibile nucleare esaurito, il che potrebbe portare al rilascio di sostanze radioattive.