Guerra Ucraina, benzina e bollette alle stelle. Sprecato 4% del gas italiano
Boom di richieste di rateizzazione da parte degli italiani. Il prezzo alla pompa sopra i 2,3 euro. L'Italia disperde 3 miliardi di metri cubi di gas
Guerra in Ucraina, boom delle richieste di rateizzazione delle bollette
La guerra in Ucraina sta portando a conseguenze pesantissime sulle tasche degli italiani. "Sempre più famiglie e piccole imprese chiedono di pagare un po’ per volta le cifre astronomiche di luce e gas arrivate via posta in questi giorni", scrive Repubblica. "Le aziende fornitrici registrano impennate di richieste dal +20 al +40% nei primi mesi dell’anno, fino al raddoppio secco rispetto al 2021. Dimensioni mai raggiunte prima. Segno di un affanno crescente di famiglie, professionisti, artigiani a gestire costi insopportabili, nonostante i 16 miliardi stanziati in diversi provvedimenti dal governo per calmierare gli aggravi".
Salgono ancora i prezzi di benzina e gasolio, e così anche il rischio che lunedì gli autotrasportatori si fermino in blocco per protestare contro il caro-energia se il governo non interverrà rapidamente come chiedono. I prezzi di entrambi sfiorano i 2,3 euro al litro nel servito e 2,2 in modalità self-service, e sempre in forte crescita c'è anche il costo del gas che vanifica i risparmi sperati da chi monta impianti a Gpl.
Guerra in Ucraina, alle stelle benzina e gasolio: colpa anche delle accise
Per la benzina, tra l'altro, come spiega il Giornale, l'Italia è in una posizione tristemente peculiare. "Se si escludono i Paesi Bassi, Facile.it spiega che le accise sulla benzina in Italia sono le più alte d’Europa: 0,73 euro per ogni litro di benzina. Si tratta di poco meno del 50% del prezzo finale, ma se si aggiunge l’Iva (22%), si arriva ad oltre la metà del costo alla pompa. Seguono nella classifica Finlandia e Grecia (0,70 euro ogni litro); Francia(0,68 euro al litro) e Germania (0,65 euro). Per quanto riguarda il diesel, invece, il nostro Paese è quello con le tasse più alte; si parla di 0,62 euro per ogni litro fatto".
Sempre il Giornale fa l'elenco delle accise: "Tra le tante accise in vigore, ben 19, troviamo 0,00723 euro per il finanziamento della crisi di Suez del 1956; 0,00516 euro per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963; 0,00516 euro per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966; 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005; 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009; 0,0071 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011; 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011; 0,00516 euro per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968; 0,0511 euro per il terremoto del Friuli del 1976; 0,0387 euro per il terremoto dell’Irpinia del 1980; 0,114 euro per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996; 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004; 0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito Liguria e Toscana nel 2011; 0,082 euro per il decreto “Salva Italia” del 2011; 0,02 euro per la ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012".
In fumo 3 miliardi di metri cubi di gas destinati all'Italia
Ma sui prezzi incide anche qualche spreco, secondo quello che scrive il Sole 24 Ore, secondo cui l'Italia disperde il 4% del gas, gettando così al vento 3 miliardi di metri cubi. Tre miliardi di metri cubi svaporati in aria ancora prima di arrivare a destinazione. "Sono sfiatati dai giacimenti italiani o da quelli in altri paesi che pompano il gas verso l'Italia; sono trafilati attraverso le giunture dei grandi gasdotti, hanno sibilato in valvole arrugginite o chiuse malamente, oppure il loro fiato si è liberato sotto le strade delle città italiane". Una beffa.
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