Guerra Ucraina, dall’oro ai Bitcoin fino all’immobiliare: ecco dove investire
L'analisi degli asset meno rischiosi su cui investire in questo periodo di crisi bellica
Ucraina, dove investire in questo periodo e dove non farlo: dall'oro fisico ai Bitcoin, fino all'immobiliare
Il Ftse Mib ha perso oltre il 20% della sua capitalizzazione da inizio anno a oggi. Il comparto bancario quasi il 50%. Gli energetici, invece, continuano a crescere con la speranza di nuovi impianti e dell’incremento (ulteriore) dei costi del petrolio. E poi ci sono l’oro, l’argento e il palladio, beni rifugio per antonomasia, che continuano a crescere. Senza dimenticare nuove possibilità, come i bitcoin, o vecchi intramontabili strumenti d’investimento come nel caso dell’immobiliare o perfino dell’arte. Ma allora, che fare?
Come muoversi in questa situazione per evitare che l’inflazione – che a questo punto sarà strutturale e non più momentanea – mangi completamente il potere d’acquisto dei soldi parcheggiati in banca? Per chi ha sul conto cifre significative, diciamo sopra i 100.000 euro, la prima regola è diversificare. Puntare su un unico asset in questo momento così convulso significa per forza di cose esporsi a un rischio enorme. Da una parte ci sono titoli che stanno scendendo in maniera notevole, come nel caso dei bancari. Ma chi può dire che cosa succederà nei prossimi giorni? Puntare la propria strategia su una “scommessa” elevata potrebbe non portare a nulla di buono nell’immediato.
Stesso discorso vale anche per quegli asset che in questo momento, invece, stanno letteralmente volando: difesa ed energetici su tutto. Che cosa succederebbe se domattina (come tutti sperano) si concludessero le ostilità? Sicuramente i titoli della difesa sarebbero meno sulla cresta dell’onda. Per Ubs AM, invece, puntare sui titoli del comparto energetico potrebbe essere efficace. Così come lo è puntare sulle materie prime. Perché l’Ucraina, che è tra i principali produttori di grano al mondo, ha iniziato a razionare le scorte e, di conseguenza, potrebbe essere utile scegliere di puntare proprio su questo tipo di bene.
Crisi Ucraina, corrono i metalli: oro, argento e palladio ai massimi
Anche i metalli stanno correndo: il nickel è cresciuto di oltre il 200% in poche sedute, e l’oro è ai massimi oltre 2.000 dollari l’oncia, così come argento e palladio. Si chiamano beni rifugio proprio perché sono quelli più facili da trovare e disinvestire alla bisogna. Chiunque voglia provare a puntare su questa tipologia d’investimento si trova di fronte a un bivio: può comprare l’oro “fisico”, in genere sotto forma di lingotti (da 2 grammi fino a un kg) o di moneta, oppure sotto forma di certificati che possono essere acquistati in banca o dagli intermediari. In entrambi i casi bisogna corrispondere una percentuale (lo spread) che va a sommarsi al costo dell’oro medesimo.
Ancora: in questo momento di grande incertezza si può pensare di puntare sull’immobiliare. In questo caso, però, è bene ricordare che i tassi dei mutui sono in netta risalita (il fisso a 25 anni è cresciuto, in media, dall’1,04% dello scorso anno all’1,44% di quest’anno). Tra l’altro, bisognerà capire quali sono le intenzioni della Bce che, prima dello scoppio della guerra russo-ucraina era pronta ad alzare i tassi per arginare l’inflazione.
Domani si saprà che cosa vorrà fare Christine Lagarde. Ma la casa rimane un investimento sicuro, specialmente nelle città come Milano, che continuano a vedere salire l’indice dei prezzi. L’ultimo dato, relativo al 2021, era di una media di 5.800 euro al metro quadro, in crescita dell’1,54% rispetto al 2020 (anno orribile della pandemia). Per il 2022 la previsione era di un incremento del 4,2%, ma bisognerà vedere se l’incremento dell’inflazione “brucerà” un po’ di ricchezza degli italiani.
Guerra, non investire su case da affittare
Pessima idea invece quella di investire in un immobile da destinare all’affitto: perché eventuali inquilini morosi per colpa (e non per situazione contingente) sono comunque difficilissimi da sfrattare. E la rendita annuale dell’affitto, per non essere totalmente mangiata dall’inflazione, deve essere ai livelli attuali tra l’8 e il 12%. Il mercato dell’arte è attivo soprattutto nel segmento più alto. Dunque, se possedete un Picasso potete stare tranquilli che la sua quotazione non potrà che continuare a salire, così come quella di grandi artisti viventi come Jeff Koons, Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Ai Weiwei e Banksy.
Ultima possibilità è quella di gettarsi sulle nuove tecnologie. In questo caso ci sono i bitcoin, che si stanno però dimostrando troppo instabili per essere un bene rifugio per antonomasia. Le oscillazioni di prezzo, dettate dall’umore del mercato, lo rendono più una scommessa collaterale che un asset su cui puntare per davvero. Ma ci sono anche gli Nft, i gettoni non replicabili che garantiscono che un’opera d’arte virtuale sia unica e irripetibile. Questo è un mercato in enorme crescita, ancora tutto da decifrare e quindi a rischio bolla. Ma si può sempre provare a mettere un chip, nel caso il ritorno è assicurato.
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