Guerra Ucraina, Italia a caccia di gas. Di Maio e l'ad Eni volano in Algeria

In programma colloqui con le autorità algerine dedicati al rafforzamento della cooperazione in campo energetico. Chiesto lo stesso anche all'Azerbaigian

Economia
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Guerra Ucraina, l'Italia chiede più gas ad Algeria e Azerbaigian

La guerra in Ucraina prosegue e le conseguenze potrebbero essere drammatiche su diversi fronti. Uno di questi è sttettamente legato all'Italia. In caso di pesanti sanzioni alla Russia, infatti, potrebbe venir meno la fornitura di gas, che al momento incide per il 43% sul totale del fabbisogno italiano. Una cifra non certo trascurabile. Per questo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, accompagnato dall'ad di Eni Claudio Descalzi è volato in Algeria per cercare un accordo per aumentare le forniture. In programma colloqui con le autorita' algerine dedicati al rafforzamento della cooperazione in campo energetico alla luce del conflitto in Ucraina. La compagnia di Stato - si legge sulla Stampa - di quello che già oggi è il nostro secondo fornitore, con una quota vicina al 30%, ovvero la Sonatrach, per bocca del suo amministratore delegato Toufik Hakkaha ha detto di essere pronta a fornire più gas all’Europa in caso di calo delle esportazioni russe veicolandolo attraverso il gasdotto Transmed che collega l’Algeria all’Italia.

Un'altra delle ipotesi allo studio - prosegue la Stampa - è quella di portare da 10 a 20 miliardi di metri cubi all’anno l’import di gas attraverso il tanto contestato Tap che dall’Azerbaigian porta il metano sino il Puglia e da qui poi anche in Europa. Oltre a questo il governo starebbe anche valutando di far confluire in futuro nel Tap anche gas proveniente dal Turkmenistan. Sia per questo «tubo» che per il Tap, stando ai tecnici, non ci sono assolutamente problemi di raddoppio della portata. E lo stesso vale per la rete nazionale gestita dalla Snam. Nell’attesa di concretizzare queste due opzioni, intanto oggi al Consiglio dei ministri approda un nuovo provvedimento che serve a rafforzare la sicurezza energetica del Paese. Dando seguito alla parole del premier Draghi, che la scorsa settimana non ha escluso un maggior ricorso al carbone.

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