Il Superbonus spalmato non sarà retroattivo, esultano banche e artigiani edili
Secondo Intermonte, le banche detengono circa 20 mld di crediti maturati dal Superbonus. Il grosso, dunque, è in pancia ad artigiani ed imprese edili
Il Superbonus spalmato in dieci anni non sarà retroattivo
L’obbligo di distribuire il rimborso dei crediti fiscali maturati grazie al Superbonus in dieci anni invece che in quattro, che il Governo si prepara a introdurre con un emendamento al decreto sul 110% all’esame del Senato, non avrà valore retroattivo.
Le banche ma anche le associazioni che riuniscono le imprese edili e degli artigiani hanno dunque tirato un sospiro di sollievo. La misura dovrebbe dunque essere applicata solo per il 2024, come ha detto il viceministro dell'economia Federico Freni.
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E quindi, dato che la cessione del credito non è più possibile per le banche sarebbe una misura di scarsa rilevanza. Mentre in caso di retroattività le cose andrebbero diversamente e, ad essere penalizzati, sarebbero gli istituti che sono stati più attivi nell'acquisizione dei crediti maturati.
Secondo gli analisti di Intermonte Bper Banca dovrebbe detenere 6,3 miliardi di crediti da Superbonus 110%, Poste Italiane avrebbe in pancia circa 4,5 miliardi, Mps detiene circa 1,6 miliardi, Popolare di Sondrio ha in pancia 900 milioni di crediti, Intesa Sanpaolo circa 4,5 miliardi ma vista la sua capitalizzazione il peso di un eventuale prolungamento dei termini sarebbe molto basso. Infine, Banco Bpm che detiene 1,5 miliardi di crediti da Superbonus 110%.
Dall'analisi di Intermonte si evince che le banche detengono poco meno di 20 miliardi di crediti fiscali e dunque il grosso della cifra, la stima è che i crediti fiscali maturati con Superbonus e altri bonus sia intorno ai 130 miliardi di euro, è in pancia ad artigiani e imprese edili che hanno praticato lo sconto in fattura.