Il taglio dei tassi fa annaspare le banche in Borsa. Le Europee non c'entrano

Sul listino milanese i titoli bancari appaiono tutti in rosso, ma nulla c'entrano i risultati delle Elezioni europee...

di Lorenzo Goj
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Economia

Borsa, annaspano le banche. Ma le Europee non c'entrano, a spaventare gli investitori sono gli utili divorati dal taglio dei tassi della Bce

Questa mattina, gli investitori non hanno preso le loro decisioni in base alle elezioni europee. Le dinamiche che hanno mosso le iniziative dei mercati sono da agganciare a ciò che è accaduto giovedì, ovvero il taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base della Banca Centrale Europea.

Guardando Piazza Affari, infatti, il colore dominante del comparto bancario è il rosso. Da Intesa a Unicredit, da Mps a Bpm. Gli istituti di credito italiani stanno vivendo un calo unificato per tutto il settore.

Ma mentre il collegamento più logico a questo fenomeno viene da fare con i risultati delle elezioni di ieri sera, domenica 9 giugno, l’analista Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione di CFO SIM, interpellato da Affaritaliani.it, punta il dito contro una motivazione tutt’altro che politica.

Perché sul listino milanese le banche annaspano?

Credo che le elezioni europee c’entrino poco o niente. A incidere maggiormente su tale fenomeno è il taglio dei tassi da parte della Bce. Con questa mossa, infatti, i piani degli istituti finanziari cambiano non poco.

Nel 2022/2023, le banche hanno registrato un vero e proprio boom degli utili soprattutto grazie allo spread elevato tra tassi attivi e passivi. Ora che i tassi sono scesi di 25 punti base, gli investitori si aspettano margini d’interesse, e dunque profitti, inferiori.

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Ovviamente, per vedere le vere conseguenze del taglio dei tassi sui bilanci degli istituti finanziari si dovrà aspettare, ma si sa: la Borsa gioca d’anticipo basandosi sulle aspettative e dunque, aspettandosi guadagni minori, più bassi saranno anche i valori dei titoli in Borsa. E appunto, il riflesso di tale fenomeno si può già osservare già da oggi.

Dunque il problema è lo spread tra tassi attivi e passivi, ci spieghi meglio

Innanzitutto, i tassi d’interesse sono essenzialmente il "prezzo del denaro". Quelli attivi sono tassi che la banca applica quando presta denaro ai propri clienti, ad esempio con mutui e prestiti.

Quelli passivi, invece, sono i tassi che la banca paga quando prende in prestito denaro dai propri clienti (attraverso conti correnti o depositi a risparmio, ad esempio).

Ebbene, la differenza tra i tassi d'interesse attivi e passivi è chiamata margine d'interesse ed è una delle principali fonti di guadagno per le banche. In parole povere, gli istituti di credito cercano di prestare denaro a tassi più alti di quelli che pagano per ottenerlo. Dunque, con tassi d’interesse più bassi, si abbassa anche il margine di profitto.

Quanto pensa che durerà questo calo?

Difficile dirlo, ma probabilmente la sofferenza per i titoli del settore bancario durerà per i prossimi sei mesi.

In calo sul listino sono anche i titoli del lusso, come Brunello Cucinelli e Moncler

È probabile che gli investitori stiano semplicemente portando a casa un po’ di guadagno. Non vedo particolari flessioni del comparto, dubito c’entrino le elezioni europee.

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I titoli energetici, invece, sembrano andare contro tale tendenza negativa. Eni, Italgas e Hera sono in positivo

Ci sono più motivazioni. Innanzitutto, da marzo, il prezzo del gas è aumentato di oltre il 30%. Non poco. In secondo luogo, come dicevamo prima, la Borsa gioca d’anticipo e ha occhi in ogni dove. Dunque, sempre con lo “zampino” del taglio dei tassi, si aspetta per l’economia una ripresa più veloce di quella degli ultimi mesi.

Seguendo questa logica, un’economia più “vigorosa” consuma indubbiamente più gas e petrolio. Così, basandosi su queste aspettative, i titoli salgono e il gioco è presto fatto.