Forchielli: "I cinesi ora fanno i salutisti e l'export del vino crolla"

L'intervista all'imprenditore ed esperto di Asia e affari internazionali Alberto Forchielli: "Le auto elettriche? Faranno fallire i produttori Ue"

di Redazione Economia
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Vino e auto elettriche: pericolo Cina, parla Forchielli

In un'epoca in cui la Cina si erge come una superpotenza economica globale, è cruciale analizzare attentamente il rapporto commerciale che intratteniamo con questa nazione dinamica e in rapida crescita. L'Italia, con la sua ricca tradizione e produzione di beni di alta qualità, si trova in una posizione unica per sfruttare le opportunità offerte dal mercato cinese.

Tuttavia, la recente pubblicazione di un report sull'import di vino (da sempre un'eccellenza italiana) in Cina, rivelando un crollo del 20% nel corso del 2023, solleva interrogativi cruciali riguardo alla stabilità e alla natura di questo rapporto commerciale. Così, mentre le opportunità di importazione ed esportazione con la Cina possono essere allettanti, sorge una questione. Chi ci guadagna di più?

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Interpellato da Affaritaliani.itAlberto Forchielli, imprenditore tra i massimi esperti di affari internazionali con particolare attenzione verso Asia, Stati Uniti e Germania, ha le idee chiare. “Il rapporto import/export tra Italia e Cina è totalmente squilibrato”, tuona l'esperto. “Mentre l’Italia esporta merci nel Paese asiatico per circa 16 miliardi di euro, la Cina ne vende intorno ai 57 miliardi, oltre il 255% in più di noi”, spiega. 

“L’Italia e la Cina sono mondi totalmente diversi”, continua. “Difficilmente si riuscirà mai a creare una sinergia che vada a costruire relazioni importanti che possano smuovere pesantemente il mercato. L’Italia esporta circa 520 miliardi di euro di merce l’anno e la Cina rappresenta solo il 3% di questo dato”, spiega l’esperto.

Parole, queste, che trovano facilmente il sostegno dei dati. Basti guardare la differenza dei nostri rapporti commerciali con gli Stati Uniti, da sempre competitor numero uno del Dragone Rosso. L’Italia, nel 2022, ha infatti esportato negli States ben 65 miliardi di euro di prodotti, importando invece “solo” 25 miliardi. In questo caso, dunque, il nostro guadagno è superiore di circa il 160%.

Ma qual è, dunque, il motivo di risultati così scarsi nonostante le enormi opportunità? “Innanzitutto è un Paese lontano. Troppo lontano. Non abbiamo mai avuto, infatti, una storia di immigrazione o colonie in Asia”, spiega Forchielli.

“Siamo scollegati, dunque, ma non solo. A pesare molto è anche il fatto che le nostre imprese sono piccole. È come se non avessero appeal per il loro mercato. In più ce le hanno copiate tutte, dunque ci fanno concorrenza”, continua. “Tutto ciò”, prosegue, “è un vero peccato in quanto l’Asia, di cui la Cina ne costituisce il cuore, è l’area del mondo che cresce di più, ma anche quello dove l’Italia conta meno”, spiega. “L’unica ‘passione’ dei cinesi verso il made in Italy è per ciò che riguarda il lusso. Le Ferrari, ad esempio, lì vanno molto…”, continua.

E dire, come accennato prima, che anche il vino, tra i più grandi patrimoni alimentari italiani, piace sempre meno al Paese asiatico. Proprio ieri, lunedì 18 marzo, il report firmato Nomisma ha constatato che nel 2023, i consumi della bevanda alcolica sono crollati del 20%. "Il motivo", spiega Forchielli, "potrebbe essere la semplice contrazione dei consumi, fenomeno piuttosto rilevante durante l'anno, ma ci sono anche delle possibilità che la campagna sulla prosperità comune, la quale sconsiglia il bere vino e spinge invece i cittadini a concentrarsi sulla salute, abbia avuto i suoi effetti. 

A proposito di auto, spingendoci più nel dettaglio, un settore in forte via di sviluppo sono le auto elettriche. E, in particolare, la Cina è riuscita a superare gli Stati Uniti per unità vendute (non solo per i veicoli “green”, ma anche a motore). Lo scontro tra i due massimi esponenti del settore, Tesla per gli americani e Byd per i cinesi, è infatti stato recentemente vinto dagli asiatici. Come verrà influenzato, dunque, il mercato europeo?

“Le auto elettriche cinesi metteranno in grande crisi i produttori occidentali”, tuona Forchielli. “Costano quasi il 30% in meno e sono ottime, non hanno nulla da invidiare dal punto di vista qualitativo e tecnologico”, prosegue. “Molto probabilmente, per entrare in Europa verranno messi dei dazi proprio per evitare di finire eccessivamente bruciati dalla competizione”.

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Ma, dunque, come sta andando l’economia cinese? Proprio pochi giorni fa è stato annunciato il buon risultato – tra l’altro oltre le aspettative degli analisti - del +5% del Pil nel 2023. “Questo dato, a mio parere, è una balla totale. È completamente falso. Le vendite delle multinazionali cinesi sono ferme nel 2023, quindi è impossibile aver raggiunto tale obiettivo”, spiega l’esperto. “Già diverso il discorso nel 2024, in quanto gennaio e febbraio ha visto una forte ripresa della produzione. Seppur molti analisti ritengano che non sia un fenomeno sostenibile…”.

“I cinesi”, prosegue Forchiello, “continuano ad aumentare la capacità produttiva, ma senza aumentare i consumi, dovendosi così sfogare abbassando fortemente i prezzi ed esportando all’estero facendo fallire le nostre aziende e conquistando, così, importanti quote di mercato”, conclude.

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