Isab Priolo a un passo dalla vendita a Goi Energy, via libera dal governo
Una vicenda su cui entra in gioco non solo la volontà di proteggere l’interesse nazionale, ma anche di garantire la continuità produttiva del settore strategico
Isab Priolo a un passo dalla vendita a Goi Energy
La decisione è attesa per martedì al prossimo Consiglio dei Ministri. Dopo tre mesi di incontri, analisi e verifiche il governo deciderà le sorti della seconda maggiore raffineria italiana, la Isab di Priolo, in provincia di Siracusa. E le indiscrezioni di fonti ministeriali fanno trapelare che sarà un via libera con prescrizioni molto rigorose.
Il governo infatti vuole impegnare Goi Energy, che ha firmato una promessa di acquisto con Lukoil, ad un piano industriale che garantisca impegni ambientali e occupazionali, ma soprattutto che Trafigura, il gigante della distribuzione di petrolio, assicuri forniture per almeno 10 anni e tracciate in modo da evitare in tutti i modi che il greggio venga da Paesi sanzionati, in particolare la Russia.
Ma facciamo un passo indietro. Era il 9 gennaio quando la russa Lukoil – vincolata dalle sanzioni dell’Unione Europea - annunciò di aver raggiunto un accordo vincolante con la cordata greco-israeliana-cipriota GOI Energy, in partnership con il colosso del petrolio Trafigura, per la vendita dell’intero sito. L’offerta di Goi sarebbe risultata quella più vantaggiosa dal punto di vista economico e delle garanzie sul futuro del sito.
Quello di Priolo, infatti, non è un complesso industriale qualsiasi. Si tratta di una delle aree industriali più rilevanti per l’approvvigionamento di petrolio: lo stesso governo ne ha formalizzato l’importanza strategica con un dpcm lo scorso 4 febbraio. Proprio la rilevanza strategica ha reso necessaria la richiesta – da parte del Governo - di maggiori informazioni in ambito di salvaguardia occupazionale, di investimenti per lo sviluppo dell’area e di riconversione green del sito industriale siciliano. Non solo, il governo ha passato al vaglio tutti i legami di Goi e dei suoi investitori, non trovando alcuna presenza russa, come ventilato nelle scorse settimane da alcuni fonti stampa.
Alla documentazione scritta si sommano i numerosi incontri del Comitato Golden Power con Goi e con terze parti come Trafigura, quest’ultima ricevuta lunedì scorso. Incontri definiti “positivi” da persone informate sui fatti. Ottimismo su una rapida chiusura della trattativa trapela anche da ambienti vicini al dossier, secondo cui il governo deciderà di usare il golden power con precise disposizioni, dando però semaforo verde all’operazione. Secondo i programmi già illustrati dagli investitori, il passaggio di consegne dovrebbe avvenire nelle settimane subito successive alla decisione.
Una vicenda su cui entra in gioco non solo la volontà di proteggere l’interesse nazionale in relazione a situazioni di particolare rilevanza strategica per l’Italia, ma anche la capacità di garantire la continuità produttiva e occupazionale in un settore strategico. Come ha ricordato anche il Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani a valle dell’incontro con i vertici di Goi Energy nei mesi scorsi, quella prospettata da Goi sarebbe “una soluzione definitiva alla vertenza, che garantirà la prosecuzione di un’attività il cui indotto è di oltre 10 mila lavoratori”.
La valenza industriale dell'operazione è garantita dal Ceo di Goi, Michael Bobrov, e dalla sua esperienza nella più grande raffineria di Israele. Bobrov, originario del Sud Africa, ma israeliano di adozione è tra i maggiori esperti del settore.