Israele, trema il Libano dopo le esplosioni dei cercapersone. Così il Mossad è tornato a essere il re dei servizi segreti

L’esplosione dei cercapersone (mai rivendicata) è stata unica al mondo

di Daniele Rosa
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Israele, la vendetta del Mossad contro lo smacco del 7 ottobre di Hezbollah

Mossad ed IDF (Israeli Defence Forces) sono i due capisaldi della sicurezza di Israele, uno Stato circondato da Stati che vogliono semplicemente “cancellarlo”. Ecco perchè lo smacco dell’atto criminale dello scorso 7 ottobre è stato vissuto dal servizio segreto israeliano come un’onta da cancellare il più rapidamente possibile. Ma Il Mossad negli ultimi giorni ha fatto qualcosa di inimmaginabile e che lo rimette al primo posto tra i servizi segreti internazionali. 

Sebbene non sia stato rivendicato ma le esplosioni in contemporanea di migliaia di cercapersone (oltre 5000), walkie talkie e pannelli solari tra i membri del gruppo libanese Hezbollah (in Libano e Siria) con morti e feriti  (più di 500 persone avrebbero perso la vista) rappresenta  un atto di una sofisticazione tecnologica che mai si era vista. Mai prima d’ora era stato realizzato un attacco fisico simultaneo di questa portata e contro così tanti dispositivi.

Le ipotesi per capire come sia riuscito Israele a mettere a segno il blitz 

Il mix tra esplosivi, tecnologia e spionaggio rende estremamente difficile, anche per i tecnici ed esperti più preparati, capire completamente come sia potuto accadere. Tra pareri, osservazioni e commenti vale la pena di approfondire quali siano state le peculiarità di questo atto. Il Mossad ha già esperienza nel collocare esplosivi in apparecchi telefonici sia fissi che mobili. A documentare questa esperienza nel 1996, un comandante di Hamas, Yehie Ayash, morì per lo scoppio del suo cellulare. 

Nel 2010  il worm Stuxnet, riuscì a far esplodere mille centrifughe del progetto nucleare iraniano. Niente di ufficiale ma anche allora nessuno ebbe dubbi sugli autori. Alcuni esperti cercano di spiegare (e capire) come si sia riusciti a modificare i cercapersone. Gli apparecchi erano modelli di un'azienda di Taiwan. I Gold Apollo erano prodotti e venduti da una piccola azienda ungherese, la BAC. Nessuno ha rivendicato l’operazione e quindi anche il “modus operandi” si descrive per ipotesi. La prima ipotesi  della batteria riscaldata, hackerata a distanza è crollata subito perchè l’esplosione, la forza e la simultaneità rendono difficile questa strada.

Israele e la modifica dei software degli apparecchi

La strada più percorsa è quella della modifica del software di tutti i device prima del loro arrivo in Libano. Secondo il Ministero degli affari economici di Taiwan Gold Apollo è stato venduto in oltre 40000 unità a paesi europei ed americani. L’idea più gettonata è quella che Israele avrebbe potuto acquistare apparecchi, modificarli e poi scambiarli con quelli che sarebbero stati consegnati ai libanesi. Oppure modificare in corso di trasporto quelli già ordinati. Un gruppo di agenti preparati avrebbe potuto fare questa operazione in poche ore. Un’operazione (interdizione) dei servizi segreti, già fatta con i router della Cisco dalla National Security Agency.

E l’intelligenza dell’operazione (aldilà dei danni orribili in una guerra sporca) sta anche nel fatto che si sia puntato sui cercapersone , sui walkie o sui pannelli solari e non sui cellulari. I cellulari infatti erano considerati una minaccia reale da tanti  personaggi di Hezbollah. Hasan Nasrallah, leader di Hezbollah aveva detto, in tempi non sospetti, che “Il telefono che avete tra le mani, nelle mani delle vostre mogli e nelle mani dei vostri figli, è un agente. È un agente mortale, non semplice. È un agente mortale che fornisce informazioni specifiche e precise”. Ma ai cercapersone nessuno aveva mai pensato. E in questo sta la forza e l’intelligenza del Mossad che, con questa operazione, ha ripreso con forza il suo ruolo di primo difensore del popolo di Israele.

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