Italia, autogol sul 5G: andiamo lentissimi. Ostruzionismo degli ambientalisti
Il nostro Paese ha stabilito limiti molto bassi, dieci volte inferiori a quanto consentito dall'Ue. Ora si cerca di accelerare ma le regole sulle Arpa...
Rete 5G, Italia intrappolata tra burocrazia e regole sulle Arpa
L'Italia sul 5G, la rete ultraveloce, va dieci volte più lenta rispetto ai limiti stabiliti dall'Europa, il problema è dovuto anche all'ostruzionismo. Diverse Arpa (le agenzie regionali per la protezione dell’ambiente) - riporta Il Sole 24 Ore - non stanno "vidimando" le comunicazioni degli operatori che chiedono l’aumento di potenza. In assenza dell’atteso decreto attuativo del ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) e del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase), si va avanti con una procedura in deroga, gravata però da incertezze interpretative che stanno avendo l’effetto opposto a quello sperato da governo e Parlamento, ovvero servire un assist alle Telco impegnate, anche con fondi Pnrr, nella copertura del 5G.
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Altro che "salva antenne", il pacchetto normativo per accelerare l’installazione delle reti 5G attraverso l’innalzamento dei limiti elettromagnetici - prosegue Il Sole - si sta rivelando un boomerang. L’effetto è stato quello di scavalcare le Arpa, che con la vecchia normativa non dovevano solo “vidimare” ma istruire un vero e proprio procedimento, incassando un diritto di circa 200 euro a pratica. Di qui il perverso effetto di stallo, almeno per alcuni degli uffici interessati. Ma non è tutto. Gli operatori, infatti, contestano l’inadeguatezza delle Faq del Mimit che avrebbero dovuto fare chiarezza in merito all’astruso calcolo previsto dal nuovo Codice delle comunicazioni.