Italia, chi nasce povero resta tale. Peggio di noi in Ue solo Bulgaria e Romania. Molto male nell'ascensore sociale
La classifica di Eurostat non premia l'Italia. Il 34% delle persone in difficoltà finanziaria lo era già a 14 anni, la media europea è del 20%
Eurostat, in Italia chi nasce povero resta povero. Dati allarmanti sull'ascensore sociale confrontato con la media dei Paesi Ue
Dall'Eurostat non arrivano buone notizie per l'Italia, il nostro Paese a livello europeo è in fondo alla classifica su un particolare aspetto: l'ascensore sociale. Peggio di noi fanno solo Bulgaria e Romania nella graduatoria dei Paesi che registrano adulti tra 25 e 59 anni nel bisogno come quando avevano 14 anni: il 20% nella media Ue, il 48% a Sofia, il 42% a Bucarest, il 34% a Roma dal 31% del pre-Covid. Poveri da bambini e ragazzi. Poveri da grandi, come genitori o coppie. La povertà in Italia - riporta La Repubblica - non solo è al suo massimo storico: 5,7 milioni di persone, di cui 1,3 milioni di minori. Ma persiste tra le generazioni. Si eredita, meglio e più dei patrimoni. Il riscatto sociale non si innesca dalle nostre parti. Tante le cause. L’abbandono precoce degli studi. Il lavoro intermittente, mal retribuito, in settori a basso valore aggiunto come servizi e commercio. La nascita di uno o più figli. L’affitto di casa. La nazionalità straniera.
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Lo racconta, da anni Istat, lo testimonia ogni giorno la Caritas. Lo ripete adesso anche Eurostat. I numeri, relativi al 2023, non devono sorprendere. Specie se messi a specchio con gli altri, sempre di Eurostat, sull’Italia ultima per occupazione di diplomati e laureati (67 contro 83%), i più protetti dal rischio povertà. Se fanno fatica loro, figuriamoci i meno istruiti.
Povertà in Italia, il 72% dei beneficiari del Rdc non aveva finito le medie
Non a caso il 72% dei beneficiari del vecchio Reddito di cittadinanza non aveva neanche il diploma di scuola media. Il 34% dei poveri adulti italiani - sostiene Eurostat e lo riporta La Repubblica - lo erano anche da adolescenti, dunque. Solo il 14,4% ha peggiorato la propria condizione, dopo un’infanzia tranquilla. In Spagna queste due percentuali sono 23 e 16,6. Peggio in Grecia (26 e 15). Solo in Danimarca si equivalgono, anzi i poveri solo da adulti sono poco sopra agli altri. In Francia siamo a 14,4 e 12,4.