Olio straniero spacciato per italiano: così si estingue l'oro giallo simbolo del Made in Italy
Nel 2024 sono arrivati in Italia 65 milioni di litri di olio straniero, con un boom di importazioni da Tunisia e Turchia
Allarme olio italiano: scaffali pieni di extravergine straniero. Ecco che cosa sta succedendo e perché ne siamo invasi
L'oro giallo italiano non è più tanto italiano. Siamo il paese dell’olio, ma rischiamo di diventare un mercato di svendita per prodotti esteri di dubbia qualità che arrivano da Tunisia, Turchia e Grecia. Il rischio? Che il nostro olio diventi un lusso per pochi, mentre gli scaffali si riempiono di prodotti esteri a basso costo, spacciati per Made in Italy. Ma non è solo una questione di mercato: qui si gioca il futuro dell’identità agroalimentare del Paese.
Nel 2024, secondo i dati di Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo agroalimentare, l’Italia dovrebbe fermarsi a 244mila tonnellate, con un crollo del 26% rispetto al 2023. Un dato allarmante, che rischia di spingerci fuori dal podio mondiale dei produttori: dietro alla Spagna (che, nonostante un crollo nel biennio scorso, sta risalendo verso 1,3 milioni di tonnellate), avanzano Turchia, Tunisia e Grecia. La Puglia, regione che da sola rappresenta il 50% della produzione nazionale, continua a perdere terreno a causa della Xylella, con migliaia di ulivi abbattuti e intere aree ormai improduttive.
Nel frattempo, gli eventi climatici estremi, dalla siccità alle ondate di calore, hanno devastato i raccolti, con effetti disastrosi soprattutto al Sud. E mentre gli altri Paesi investono in impianti ad alta densità e nuove tecnologie, in Italia il 61% degli oliveti ha più di 50 anni e il 49% ha una densità inferiore a 140 piante per ettaro, numeri che rendono impossibile competere sul mercato globale.
E quando la produzione crolla, i prezzi schizzano. Oggi il prezzo all’ingrosso dell’olio extravergine italiano sfuso è arrivato tra i 9,50 e gli 11 euro al chilo, mentre i Dop superano i 15 euro. Numeri mai visti prima, che rendono il nostro olio sempre meno accessibile. Perché? Perché non produciamo abbastanza e dobbiamo importare sempre più olio da fuori, spesso a prezzi stracciati. Nel 2024 sono arrivati in Italia 65 milioni di litri di olio straniero, con un boom di importazioni da Tunisia e Turchia. Un olio che, secondo Coldiretti, viene venduto a meno di 5 euro al litro e finisce spesso per essere miscelato con quello italiano e rivenduto con etichette tricolori. Il consumatore crede di comprare Made in Italy, ma in realtà porta a casa un prodotto di cui non conosce la vera origine.
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Cosa si può fare? La prima mossa è garantire una tracciabilità totale: un registro telematico europeo potrebbe impedire che l’olio straniero venga camuffato da italiano. Servirebbero anche incentivi per rinnovare gli oliveti, adottando modelli di produzione moderni che aumentino la resa senza sacrificare la qualità. Infine, l’Unione Europea dovrebbe anche rivedere le regole sull’importazione di olio extracomunitario, evitando che l’Italia diventi il porto d’ingresso per prodotti di dubbia qualità venduti sottocosto. L’olio extravergine d’oliva non è solo un prodotto, è un pezzo della nostra cultura e siamo sicuri che valga la pena svenderla?