Economia
L'olio italiano sta scomparendo: produciamo un sesto della Spagna
Cambiamento climatico, costi elevati e aziende microscopiche. Produzione sempre più ridotta. Assitol: “Non diventeremo mai autosufficienti”
L'olio italiano sta scomparendo: produciamo un sesto della Spagna
È tempo di raccolta di olive, che però non sono mai state così poche. Le stime di Assitol, l’Associazione italiana per l’industria olearia, sono impietose. La presidente Anna Cane ha spiegato al Fatto Quotidiano: “La siccità ha colpito il Meridione. La produzione nazionale di olio è stimata in 200 mila tonnellate”. Per dare un’idea è quasi la metà di quella che fino a poco tempo fa si reputava una stagione decente: 350mila tonnellate. Al Sole 24 Ore Tiziana Starneri di Ismea, Istituto per il mercato agricolo del ministero, ha parlato dii “un mercato sparigliato negli ultimi due anni, con incrementi di prezzo eccezionali, per mesi oltre la soglia dei 9 euro al litro”.
L’Italia senza olio, non solo per colpa del cambiamento climatico
L’olivicoltura italiana è in crisi e non centra solo il cambiamento climatico, che pure è un fattore importante della difficoltà del settore. La siccità è sempre più invasiva nelle tre regioni traino del Mezzogiorno – Puglia, Sicilia e Sardegna – che valgono più del 70 per cento della produzione nazionale. Dietro la carenza di olive ci sono anche ragioni economiche strutturali, che rendono la produzione eccessivamente costosa sul mercato. Negli ultimi due anni abbiamo assistito ad un rincaro senza precedenti del prezzo di vendita dell’olio d’oliva sul mercato europeo. In Italia si è raggiunto un picco del 37% per un “oro verde” che sugli scaffali arriva ormai a costa anche oltre i 15 euro al litro.
Produzione da 200mila tonnellate, fabbisogno da un milione
Secondo il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida “un buon litro d’olio italiano non può costare meno di 30 euro, come una bottiglia di vino”. Eppure, trovare sugli scaffali dei supermercati un olio integralmente italiano è impresa ardua. Questo perché il fabbisogno italiano è cinque volte superiore alla produzione del Paese. Gli italiani restano grandi consumatori d’olio – oltre un milione di tonnellate l’anno, contro le poco più di 200mila prodotte – così i produttori hanno da tempo iniziato a mischiare miscele straniere a quello Made in Italy.
Non siamo più una potenza dell’olio
Da tempo il nostro Paese non è più leader globale della produzione d’olio. In cima alla classifica dei produttori c’è la Spagna, vicina e irraggiungibile col suo milione e 200 mila tonnellate d’olio prodotto ogni anni. Se la Spagna produce sei volte tanto, anche altri Paesi mediterranei come Tunisia (320mila tonnellate) e Grecia (230mila), seppure più piccoli per superficie, superano l’Italia nella produzione d’olio.
Le aziende italiane sono troppo piccole
Questo perché le aziende olivicole italiane sono mediamente microscopiche rispetto ai competitor stranieri. Nel nostro Paese è censito oltre un milione di ettari in olivicoltura, distribuiti tra più di 600mila aziende. Quasi un’azienda agricola su due in Italia (in totale sono un milione e mezzo) destina una parte della sua superficie alla coltivazione di olive. Spesso però quasi per hobby, con un’estensione è pero troppo piccola per contenere i costi di produzione: in media solo 2 ettari. Nella Spagna leader globale il terreno medio è oltre il doppio, con una meccanizzazione molto più spinta e una coltivazione molto più intensiva. Così si abbattono i costi di produzione fino a scendere sotto i due euro al litro (in Italia è oltre i 3,8).