John Elkann: libro, consulenze e strategie comunicative. Così vuole risollevare la sua immagine dopo il caso Stellantis
I rapporti con i Chigi e il Quirinale e la cattedra a Pechino. La crisi Stellantis e il processo per l'eredità lo stanno indebolendo
John Elkann prova a risollevare la sua "reputation". Le mosse che passano dalla Cina
Non è un bel momento per John Elkann, come se non bastasse la faida familiare per l'eredità di Gianni Agnelli e il continuo tira e molla con mamma Margherita, ora c'è pure la grana Stellantis. Le dimissioni di Carlos Tavares hanno certificato la crisi del gruppo automobilistico e ora il potere è tutto nelle sue mani. Sarà lui a dover gestire questa fase di transizione in attesa del nuovo ceo e dovrà dare spiegazioni anche sui licenziamenti degli operai in Italia, visto che gran parte della produzione di macchine si sta spostando all'estero. Per tutti questi motivi - stando a quanto risulta a il Fatto Quotidiano - Elkann starebbe valutando con i suoi consulenti una strategia per risollevare la sua immagine.
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A questi esperti sarebbe riconducibile anche il suo recente viaggio in Cina, proprio negli stessi giorni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Elkann si è recato a Pechino - prosegue Il Fatto - per inaugurare una cattedra universitaria di Cultura Italiana ideata dalla Fondazione Agnelli (il primo docente sarà Romano Prodi), e per promuovere un libro, affidato a storici dell’impresa italiana e a economisti del settore auto sul cruciale passaggio da Fiat-Fca al colosso franco-italiano dell'automotive.
Un'iniziativa che potrebbe affrontare due temi che stanno molto a cuore a John Elkann: smentire che Stellantis abbia usufruito solo di aiuti di Stato senza fare investimenti strategici in Italia e, al tempo stesso, ribadire un concetto senza alcun dubbio positivo per la famiglia e per le sue attività imprenditoriali, cioè che la finanziaria Exor (dall'estate 2022 ha sede in Olanda) oggi ha, attraverso le sue varie partecipazioni, quasi 84 mila dipendenti in Italia e non solo gli oltre 40 mila più strettamente riconducibili al gruppo automobilistico.