Economia

Industria italiana, "produzione in calo da 21 mesi". Non solo auto, in grande crisi pure il tessile e il calzaturiero

Prima del Covid la quota di ricchezza generata dal Pil era al 19,9%, adesso siamo scesi al 18,1: troppi due punti in meno in cinque anni. I dati diffusi da Confindustria

di redazione economia

Industria italiana, numeri drammatici: produzione in calo da 21 mesi. Tutti i settori più in crisi

L'Italia non deve fare i conti solo con la crisi di Stellantis e il netto calo della produzione di auto nel Paese, con gravi conseguenze economiche e perdita di migliaia di posti di lavoro, ma il problema è generale e riguarda l'intera industria italiana "in discesa da 21 mesi". Soffrono particolarmente l'elettrodomestico, il tessile e il calzaturiero. Il punto è questo: prima del Covid, nel 2019, - riporta Il Corriere della Sera - la quota di ricchezza generata dalla nostra industria era pari al 19,9% del Pil. Oggi siamo scesi al 18,1%. In pratica, due punti in meno in soli cinque anni. Uno scossone importante le nostre fabbriche lo avevano già avuto con la crisi del 2008. Infatti la quota dell’industria era del 22% nel Duemila. Dopo quella crisi sul mercato sopravvissero solo le aziende in grado di reggere la competizione internazionale.

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Ma adesso la storia si ripete. Ieri, al bollettino già pieno di segni meno dell’Istat, - prosegue Il Corriere - si è aggiunto quello del centro studi di Confindustria. Che dice: "In ottobre la produzione continua a registrare un calo del 3,6% tendenziale (cioè rispetto allo stesso mese del 2023). Un risultato pesantissimo in particolare per veicoli (-34,5%) e articoli in pelle (-17,2%)". Se l’Italia non compra, per l’industria italiana non resta che bussare all’estero. E in effetti su questo abbiamo fatto bene, scalando la classifica dei Paesi esportatori e superando anche il Giappone.

Ma adesso, secondo il centro studi Confindustria "l’export italiano di beni, dopo tre cali trimestrali consecutivi resta debole nel quarto". Le vendite extra-Ue sono diminuite in ottobre (-3,5% in valore), per la frenata del mercato Usa e la caduta dell’export verso la Cina (-21,3% nei primi dieci mesi). Stati Uniti e Germania sono in frenata e insieme valgono oltre il 20% del nostro export.

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