"L'inflazione scenderà al 5,8%". La previsione di Prometeia fa ben sperare

Il prezzo dell’energia in un contesto di transizione climatica sarà uno dei temi dominanti degli scenari per molti anni a venire

Economia

L'inflazione scenderà al 5,8% nel 2023

Prometeia stima che nel corso del 2023 l’inflazione scenda in modo rapido, attestandosi al 5,8% (contro l’8,4% del 2022). E' quanto si legge nel Rapporto di Previsione Prometeia di dicembre 2022 secondo il quale, "pur nell’ipotesi di un rientro dei prezzi del gas a partire dalla prossima primavera, i costi energetici rimarranno comunque strutturalmente più alti rispetto al passato e famiglie e imprese dovranno adattare le proprie abitudini di consumo a questo cambiamento. Il prezzo dell’energia in un contesto di transizione climatica sarà uno dei temi dominanti degli scenari per molti anni a venire". 

L’inflazione - avvertono gli esperti di Prometeia - non sta colpendo tutti gli operatori con la stessa intensità. Mentre chi può traslare a valle gli aumenti dei costi che subisce lo sta facendo, sono soprattutto le famiglie a sopportarne il peso. Le più colpite sembrerebbero essere quelle che svolgono un lavoro dipendente, visto che i salari non stanno rincorrendo gli aumenti dei prezzi, e di certo i nuclei a più basso reddito e risparmio. Le famiglie a reddito più elevato, quelle che presumibilmente hanno accumulato risparmio “in eccesso” durante la pandemia, sono invece più in grado di reggere l’urto di questa fiammata. Ci sarà quindi una decurtazione del valore reale del risparmio e della ricchezza accumulati e una riduzione della propensione al risparmio che sta tornando velocemente ai livelli pre-crisi.
    
La politica monetaria non deve accelerare la restrizione, sottolineano gli analisti, secondo i quali condizione imprescindibile è anche che la politica monetaria non calchi troppo la mano per ottenere un rapido rientro dell’inflazione, generando quindi una vera recessione. Le recenti dichiarazioni della presidente Bce Christine Lagarde non sono molto rassicuranti in tal senso. In questa circostanza il nostro Paese rischierebbe di pagare un costo molto elevato, perché l’onere per il servizio del debito pubblico salirebbe su livelli che potrebbero mettere ulteriormente a repentaglio la crescita, richiedendo interventi correttivi. 

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