L'Ue potrebbe sminare la bomba del Green deal: il Ppe si mette di traverso per ridiscutere le norme sulle emissioni
Tra le misure al vaglio, spicca la possibile eliminazione delle multe previste dal 2025 per chi non rispetta gli obiettivi di riduzione delle emissioni
Il Ppe frena sul Green Deal: possibile revisione delle norme sulle emissioni
La transizione imposta dal Green Deal europeo verso un’industria automobilistica a emissioni zero somiglia sempre più a un suicidio industriale. La norma prevede lo stop alla vendita di auto endotermiche entro il 2035, mentre dal 2025, con nuovi limiti di emissioni di CO₂ – da 115,1 a 93,6 grammi per chilometro scatteranno multe talmente salate da arrivare fino a 16 miliardi di euro per l'intero settore.
Il mercato non è pronto, e i segnali sono sotto gli occhi di tutti. Bruxelles spinge sull’acceleratore, ma l’industria arranca e i consumatori restano attaccati alle endotermiche. Molti in questi mesi si sono messi di traverso contro la riforma, da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy allo stesso Luca De Meo, in qualità di presidente dell’Acea (l’Associazione dei costruttori automobilistici europei), che ha più volte criticato le regole.
Ma le case automobilistiche europee potrebbero presto poter tirare un sospiro di sollievo. Questo perché a Bruxelles sta prendendo sempre più piede l’ipotesi di ammorbidire gli obiettivi legati al Green Deal dopo che il Partito Popolare Europeo è sceso in campo per chiedere una revisione delle regole e una frenata sul dogma delle auto elettriche. Nel dettaglio, il Ppe, la forza politica più influente del Parlamento Europeo, ha presentato un documento che punta il dito contro le attuali direttive. Primo obiettivo: eliminare le sanzioni per i costruttori che non raggiungeranno i target di vendita di veicoli elettrici già dal prossimo anno.
Le disposizioni attuali di Bruxelles prevedono che entro il 2025 le case automobilistiche riducano del 15% le emissioni medie di CO₂ rispetto ai livelli del 2021. Per farlo, le aziende devono aumentare drasticamente le vendite di veicoli elettrici. Il problema? Gli utenti non sono ancora pronti ad abbandonare le endotermiche. E pertanto il Ppe ha chiesto anche di anticipare al 2025 la revisione del regolamento sulla transizione ecologica, prevista inizialmente per il 2026, per correggere una strategia che rischia di travolgere l’intera filiera automobilistica europea.
Il partito propone inoltre di abbandonare la linea rigida in favore della “neutralità tecnologica”: spazio non solo agli eFuels, ma anche ai biocarburanti e altre soluzioni alternative, riconoscendo che l’industria non può sopravvivere con un’unica strada imposta dall’alto.
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Un cambio di rotta per evitare il collasso, quello dell Ppe. Dopo anni di pressione su elettrico e zero emissioni, il principale gruppo politico europeo alza la voce contro una transizione che sta soffocando l’industria. "Basta con politiche scollegate dalla realtà", sembra essere il messaggio. Ora tocca alla Commissione rispondere: Bruxelles continuerà a spingere sull’acceleratore di una transizione forzata, o ascolterà chi chiede di salvare l’industria europea dal collasso?