La bancarotta di Evergrande azzoppa le Borse europee, male piazza Affari

Il fallimento del colosso immobiliare cinese trascina verso il basso le quotazioni del mercato finanziario europeo. Piazza Affari chiude in calo ma in recupero

di Redazione Economia
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Borsa Milano: chiude in calo ma indici in frenata (e limita le perdite)

Le Borse europee chiudono in rosso l'ultima seduta di contrattazioni della settimana ferragostana. Le incertezze derivanti dalla vicenda del colosso immobiliare cinese Evergrande, le possibili mosse della Fed per contrastare l'inflazione e l'attesa per eventuali decisioni della Bce sula tassa sugli extraprofitti delle banche hanno condizionato gran parte dell'andamento odierno; tuttavia, complice Wall Street, nella parte conclusiva della giornata, gli indici del Vecchio continente hanno impresso una frenata, riuscendo a contenere le perdite.

Milano termina così gli scambi a 27.761 punti, risalendo a quota -0,42%, seguita da Parigi (-0,38%); ribassi recuperati anche da Londra (-0,63%) e Francoforte (-0,65%). Lo spread tra Btp e Bund tedeschi ripiega su 172 punti base.

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Sul principale listino milanese brillano utility ed energia: a guidare la lista è Hera, con un progresso dell'1,24%, seguita da Enel (+0,68%), Terna (+0,47%) e A2a (+0,33%). Bene anche i titoli petroliferi: Eni avanza dello 0,43%, Snam raggiunge quota +0,29%. Resta invece in deciso calo Mps, maglia nera, con il titolo che cede il 3,98%.

Wall Street apre in rosso, Dj -0,35% e le borse europee annaspano sotto il peso delle incertezze post Evergrande

Apertura in rosso per la Borsa di Wall Street: l'indice Dow Jones avvia gli scambi a 34.353 punti (-0,35%), il Nasdaq a 14.580 (-0,92%).

A pesare, oggi, sono state le incertezze derivanti dalla Cina: gli occhi sono tutti puntati sul colosso immobiliare Evergrande che stamane ha chiarito che "la società sta portando avanti la sua ristrutturazione del debito offshore come previsto" e che l'istanza depositata al tribunale di Manhattan è "una normale procedura di ristrutturazione del debito offshore e non comporta istanza di fallimento", non placando però del tutto le tensioni tra gli investitori, preoccupati delle possibili ripercussioni.

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