La Bce lascia i tassi di interesse fermi al 4,50%

Nessuna sorpresa dalla riunione del Consiglio direttivo della Bce che ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento

di Redazione
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Christine Lagarde
Economia

La Bce lascia i tassi di interesse fermi al 4,50%

Nessuna sorpresa dalla riunione del Consiglio direttivo della Bce che ha deciso - come già la Fed e la Bank of England - di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento. Ma nella nota che annuncia la scelta l'Eurotower osserva come "l’inflazione, pur essendo diminuita negli ultimi mesi, tornerà probabilmente a registrare un temporaneo incremento nel breve periodo".

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Le nuove proiezioni per l’area dell’euro formulate dagli esperti dell’Eurosistema che accompagnano la decisione della Bce di tenere i tassi fermi mostrano come l'inflazione "dovrebbe ridursi gradualmente nel corso del prossimo anno, per poi avvicinarsi all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% nel 2025". Infatti gli esperti si attendono che l’inflazione complessiva si collochi in media al 5,4% nel 2023, al 2,7% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Rispetto all’esercizio di settembre, sono state riviste al ribasso le proiezioni per il 2023 e soprattutto per il 2024.

La Bce va avanti sulla riduzione del suo bilancio: infatti il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere nella prima parte del 2024 l'attuale approccio di reinvestimento integrale dei titoli in scadenza nel quadro del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) . Nella seconda parte dell’anno l'intenzione è di ridurre il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e quindi di terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024.

Anche il Programma di acquisto di attività (PAA) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

E' una crescita economica che nell'Eurozona dovrebbe restare "contenuta nel breve periodo". E' l'indicazione che arriva dalle nuove stime degli esperti dell’Eurosistema che per il 2023 prevedono un Pil dell'area dell'euro a +0,6% per salire al +0,8% il prossimo anno. Tuttavia, spiega la Bce, "oltre questo orizzonte, l’economia dovrebbe segnare una ripresa per effetto dell’incremento dei redditi reali – poiché le famiglie beneficiano del calo dell’inflazione e dell’aumento delle retribuzioni – e del miglioramento della domanda esterna. Pertanto, le proiezioni degli esperti dell’Eurosistema indicano una crescita all’1,5% sia nel 2025 sia nel 2026.