Manovra, liquidità anticipata dalle banche allo Stato e prelievi sulle assicurazioni. Ecco il "sacrificio"

Il ministro dell'Economia Giorgetti valuta anche una stock option, la possibilità per i manager di sottoscrivere azioni societarie a prezzi di favore. Il precedente di Berlusconi

di Redazione Economia
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Manovra, "sacrificio di tutti per la tasse". Giorgetti bussa alle porte di banche e assicurazioni

Hanno fatto molto rumore le frase pronunciate ieri dal ministro dell'Economia Giorgetti: "Approveremo una manovra che richiederà sacrifici di tutti". Dopo queste dichiarazioni si è scatenata la bufera politica, con le opposizioni che hanno attaccato duramente il governo Meloni per la decisione di aumentare le tasse e il Mef è stato costretto a una retromarcia. Tanto che - in base a quanto risulta a Il Corriere della Sera - la stessa premier sarebbe rimasta sorpresa dalle parole di Giorgetti. Ma la sensazione è che comunque qualcosa di vero ci sia in quelle dichiarazioni, il governo deve trovare tra i 5 e i 10 miliardi per finanziare tutte le misure che ha in mente.

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Il principio che ha in testa il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, - prosegue Il Corriere - è l’articolo 53 della Costituzione: tutti sono tenuti a contribuire alle spese della Repubblica in funzione della loro capacità contributiva. E oggi c’è bisogno, perché il governo si sta impegnando a ridurre la spesa ed il disavanzo pubblico entro due anni. Per la legge di Bilancio del 2025 servono circa 22 miliardi, per la conferma del cuneo fiscale, delle deduzioni per le imprese che assumono e la decontribuzione per le mamme che lavorano, degli sgravi Irpef per i redditi bassi, e magari estenderli, alzare la flat tax e favorire la natalità. Gran parte delle risorse sono già a bilancio.

Per l’anno prossimo bisognerebbe trovare tra 5 e 10 miliardi, a seconda delle ambizioni politiche della maggioranza. Non solo con i tagli della spesa pubblica. Tra le idee c'è anche quella di un nuovo intervento sulle stock option, cioè la possibilità offerta ai manager delle imprese quotate di sottoscrivere azioni societarie a prezzi favorevoli. Nel 2010 fu il governo Berlusconi a varare una prima stretta sulle opzioni, stabilendo un’addizionale del 10%, che potrebbe essere ritoccata. Si studiano, anche, meccanismi con cui le banche possano ad esempio anticipare liquidità allo Stato, e una forma di prelievo sulle assicurazioni, a maggior ragione dopo l’obbligo per le imprese di stipulare polizze sulle calamità naturali.

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