Media Marker, bocciato il bilancio 2022: continuità aziendale a rischio

Il revisore ha motivato la bocciatura dei numeri perché la società chiude l'esercizio con una perdita di euro 4.523.470

di Andrea Giacobino
Economia

Media Marker, bocciato il bilancio 2022. Il revisore: "Servono nuovi soci o un aumento di capitale"

Michele Milano, socio del revisore Ria Grant Thornton, ha bocciato il bilancio 2022 di Media Maker fondata nel 2017 da Marco Verna e quotata sull’Euronext Growth di Parigi, specializzata nella produzione di contenuti audiovisivi per i brand. Qualche giorno fa la seconda sezione del tribunale civile di Milano presieduta da Caterina Macchi aveva ammesso la società al concordato preventivo dandole tempo fino al 29 luglio per presentare il relativo piano e ha nominato Silvia De Furia quale commissario.

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Il revisore ha motivato la bocciatura dei numeri perché “a causa della situazione di crisi economica e degli eventi dell’esercizio 2022 la società chiude il bilancio dell’esercizio con una perdita di euro 4.523.470 ed un deficit patrimoniale di euro 15.105.193, accompagnati da una posizione finanziaria netta negativa per euro 10.146.601 ed un forte rallentamento dell’attività e degli investimenti”. “Tale situazione, a parere dell’amministratore giudiziario (De Furia, ndr), potrà essere superata o con un adeguato supporto finanziario da parte dei soci, ovvero mediante l’intervento di soggetti terzi. Solo in tal modo, secondo l’amministratore giudiziario, potrà essere garantita la continuità aziendale”.

Inoltre, secondo il revisore, “per quanto riguarda l’apporto di ulteriori risorse finanziarie, ad oggi, non risultano esservi accordi o manifestazioni di interesse aventi natura vincolante né da parte dei soci, né di eventuali nuovi soci. Inoltre, l’assenza di un piano industriale della società non chiarisce adeguatamente quali azioni potrebbero essere intraprese al fine di sopperire al calo di ricavi conseguente alla situazione in cui si trova la società”.

Quindi “le molteplici significative incertezze con potenziali interazioni e possibili effetti cumulati riguardanti l’ipotetica realizzazione degli interventi di natura finanziaria sopra descritti configurano, alla data attuale, una situazione di assenza di ragionevoli presupposti per considerare sussistente il presupposto della continuità aziendale”.

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