Meno del 2% del gas importato in Italia è russo. E Gazprom crolla in Borsa

La capitalizzazione dell'azienda russa è crollata di 144 miliardi di rubli (1,6 miliardi di dollari) impattando anche il settore petrolifero

di Redazione
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Meno del 2% del gas importato oggi in Italia è russo

Le importazioni di gas dalla Russia si sono fermate oggi sotto al 2% del totale. E' quanto emerge dai dati diffusi da Snam e rilanciati dall’Ansa, che indicano 1,19 TWh (miliardi di KWh, ndr) in arrivo e solo 20,64 milioni di KWh provenienti dal valico fra Tarvisio (Udine) ed Arnoldstein (Austria). Lo riporta l'Ansa.

Da Mazara del Vallo (Trapani) sono giunti 513,13 milioni di KWh di gas algerino e da Melendugno (Lecce) 249,9 milioni di KWh di gas dall'Azerbaijan. Il rigassificatore di Cavarzere (Rovigo) ha ricevuto 249,9 milioni di KWh, quello galleggiante di Piombino 110 e quello di Panigaglia (La Spezia) 20,48 milioni di KWh. L'Italia ha altri 4 approdi per il gas, attraverso cui oggi non è transitato nulla, a cui si aggiungerà nel 2025 il rigassificatore galleggiante di Ravenna.

L'Italia - con Slovacchia, Austria e Ungheria - è tra i Paesi Ue che entro la fine dell'anno dovrà trovare alternative al gas russo. "Ci sono tre o quattro Stati membri che attualmente ricevono il gas" russo "attraverso il transito dall'Ucraina", ha confermato durante il briefing con la stampa il portavoce della Commissione europea responsabile per le questioni energetiche, Tim McPhie, rispondendo a una domanda sull'accordo trilaterale sul transito del gas russo attraverso la rotta ucraina. L'accordo scadrà alla fine di quest'anno e la Commissione Ue ha chiarito che non ha intenzione di rinnovarlo oltre. 

Nel frattempo la multinazionale russa Gazprom sta affronta una crisi senza precedenti, con un crollo di quais il 6% in Borsa dovuto alla mancanza di fondi per pagare i dividendi. Questa debacle ha portato a una perdita di capitalizzazione di 144 miliardi di rubli (1,6 miliardi di dollari) in poco meno di un’ora. La situazione è ulteriormente aggravata dalle sanzioni che stanno coinvolgendo 40 petroliere soggette alle sanzioni statunitensi che hanno smesso di trasportare petrolio russo. Il tutto accade mentre il Ceo Aleksej Borisovič si trova in Iran per cercare nuove alleanze.

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