Oro improvvisamente in calo e Bitcoin a livelli impensabili. Effetto tycoon, così Donald Trump ha stravolto i mercati

Borse volatili in scia ai conti di Nvidia e la possibile escalation in Ucraina. L'oro perde smalto e il bitcoin corre verso i 100mila dollari. L'intervista a Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte

di Rosa Nasti

Donald Trump, arriva dopo la vittoria alla festa di veglia elettorale al Palm Beach Convention Center

Economia

L'effetto Trump sui mercati: azioni e Bitcoin volano, l’oro sprofonda

La vittoria di Donald Trump ha riacceso i mercati e non solo. Ancora più spettacolare la corsa del Bitcoin, che ha infranto i 98.000 dollari e punta ormai dritto verso quota 100.000. Ma mentre i rischi sembrano essere la scommessa del momento, l’oro — tradizionale bene rifugio — è andato in picchiata, vittima di un rinnovato appetito per asset più rischiosi, come, appunto, la criptovaluta. 

Non è tutto oro quello che luccica, insomma, e le tensioni geopolitiche, con il rischio di escalation in Ucraina, e il -3% di Nvidia nel pre-market (nonostante i risultati record) confermano che la volatilità dei mercati è all'ordine del giorno. Affaritaliani.it ne ha parlato con Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte.

Borse in ripresa, ma tra i conti di Nvidia e il rischio escalation in Ucraina l’incertezza permane. Wall Street riuscirà a reggere l’onda d’urto?

L'evoluzione della situazione in Ucraina presenta molteplici interpretazioni. Da un lato, il timore di escalation nucleare dopo il lancio di missili a lungo raggio forniti da Stati Uniti e Regno Unito; dall'altro, i negoziati già in corso tra Russia e Usa in vista dell'insediamento di Trump il 20 gennaio, con l’obiettivo di trovare un compromesso che vedrebbe come leva principale la cessione di alcuni territori a Mosca.

Per i mercati americani il rischio Ucraina appare più limitato, mentre il focus resta sulle possibili nomine dell’amministrazione Trump, in modo particolare su chi sarà il prossimo segretario al Tesoro. Negli ultimi giorni è emersa l’ipotesi della candidatura di Kevin Warsh, ex membro della Fed, percepito dal mondo obbligazionario come una sorta di tecnico garante contro gli eccessi delle politiche trumpiane e quindi contro l’eccessiva emissione di Treasury. Se la scelta ricadesse, invece, su un candidato percepito come meno "market friendly" e di impronta più politica, il rischio è quello di un ulteriore rialzo dei tassi e di potenziali prese di profitto sui mercati azionari, seppur verosimilmente temporanee.  

Con la ‘dottrina nucleare’ di Putin, quanto possono ancora soffrire i listini europei e quali previsioni ci sono per Milano?

La percezione del rischio escalation, insieme all’incertezza sull'evoluzione della politica tedesca (in attesa di sapere chi sarà il candidato premier del SPD), può determinare pressioni al ribasso nel breve termine, in un contesto in cui gli investitori globali preferiscono sovrappesare l'azionario Usa, per il momento. In prospettiva, però, la situazione potrebbe cambiare se, ad esempio, dopo le elezioni del 23 febbraio la Germania dovesse inaugurare politiche fiscali espansive, in parte derogando ai criteri rigorosi sul debito. Un altro elemento favorevole potrebbe essere rappresentato dall'eventuale compromesso sul fronte ucraino. Si tratta comunque di fattori che eventualmente si concretizzerebbero non prima dei primi mesi del prossimo anno.   

Il rally del bitcoin è legato agli interessi economici di Trump o c’è dell’altro?

Il rally è stato innescato dalle dichiarazioni di Trump rilasciate durante la campagna elettorale, quando il tycoon ha affermato di voler fare degli Usa il centro mondiale del bitcoin e ha aperto alla possibilità di includere la criptovaluta all’interno delle riserve valutarie statunitensi. 

L’oro ha perso smalto: si tratta solo di una correzione tecnica o è il segno di un cambiamento duraturo negli investimenti?

Il rally del bitcoin è stato uno dei fattori che ha portato a prese di profitto dell'oro. A ciò si aggiunga anche la fine del picco della domanda indiana dopo i festival di ottobre, oltre all'apprezzamento del dollaro post elezioni Usa. In prospettiva, il trend rialzista del metallo giallo potrebbe riprendere. In tale direzione puntano sia fattori contingenti, come il picco della domanda cinese in vista del Capodanno lunare di fine gennaio 2025, sia fattori strutturali, collegati agli acquisti da parte delle banche centrali globali in un’ottica di diversificazione delle riserve valutarie. Tra di esse, soprattutto, la banca centrale cinese, che detiene circa $3300 miliardi di riserve, di cui appena il 5% in oro. Un altro esempio è la banca centrale dell’India, che detiene circa il 10% del totale delle proprie riserve in oro. Il processo di diversificazione è da ricollegare soprattutto alla consapevolezza che, in caso di contrasto con gli Usa, le riserve valutarie in dollari potrebbero essere congelate, come già accaduto con la Russia.

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Il peso dell’effetto Trump sull’oro. Bitcoin può davvero sostituire il metallo prezioso come bene rifugio? Come cambierà il mercato nel lungo termine?

Nel breve termine, le dichiarazioni di Trump incidono molto sull'andamento del bitcoin. Sarà poi da verificare, in prospettiva, quanto davvero le ipotesi del neopresidente si tradurranno in decisioni concrete. Una prima verifica potrebbe essere data dall'eventuale sostituzione dell'attuale capo della SEC (l'equivalente della nostra CONSOB) con una figura molto più favorevole al mondo delle criptovalute. In ogni caso, l'oro potrebbe comunque rimanere la principale forma di diversificazione delle riserve valutarie delle banche centrali, in modo particolare di quelle asiatiche, su tutte la Cina, dove di fatto le criptovalute sono bandite.  

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