Moratorie, la tagliola dell'Eba: prestiti sospesi classificati a rischio

Il segretario generale della Fabi svela la trappola regolatoria sulle norme che consentono di congelare le rate dei finanziamenti delle imprese in rischio

Economia
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In bilico quasi 700mila Pmi con 27 miliardi di euro di arretrati

Occhio alla tagliola sulle moratorie. "Le regole dell’Eba, l’Autorità bancaria europea, impongono di classificare come prestiti a rischio anche i finanziamenti sospesi con le moratorie, per le quali c’è una richiesta di proroga fino a giugno. Tuttavia, con queste regole europee, un eventuale allungamento dei termini, comunque, potrebbe non bastare a evitare il rischio di dissesto finanziario che incombe su quasi 700.000 aziende italiane che hanno rate scadute per 27 miliardi di euro". Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Coffee Break in onda su La7.

"Sulle moratorie, insomma, l’Eba ha una posizione completamente diversa da quella delle banche italiane. E, qualche giorno fa, il presidente della Commissione di vigilanza della Bce, Andrea Enria, ha fatto un ragionamento molto semplice ovvero che pretende dagli istituti di credito di considerare i prestiti per quello che sono, senza tener conto delle garanzie dello Stato, perché Bce ed Eba valuteranno i finanziamenti per quel che sono. Tutto ciò significa che, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, il rubinetto dei crediti sarà quasi sempre e costantemente chiuso perché conterà il merito creditizio e conteranno sempre di meno le garanzie che darà lo Stato sui prestiti. Bisogna parlare chiaro ai cittadini", ha aggiunto Sileoni.

Secondo il segretario generale della Fabi "la Bce è più forte anche di alcuni Governi del Nord Europa: questa è la differenza. Noi dipendiamo poco da noi stessi, e aggiungo per fortuna che c’è il premier Mario Draghi che fa da garante su tutto quello che dovremmo gestire nei prossimi mesi".

(Segue: le prospettive del settore bancario...)

Il numero uno Fabi ha poi parlato delle prospettive del settore. "Sono amante della meteorologia. Si parla di tempesta perfetta e la tempesta perfetta nasce quando un fronte di bassa pressione si scontra violentemente con un fronte di alta pressione. Noi la tempesta perfetta la stiamo vivendo nel settore perché c’è un cambiamento epocale, perché ci sono gli investimenti nella digitalizzazione che porteranno a chiudere decine e decine di sportelli bancari. Cambierà drasticamente e radicalmente il rapporto della clientela, famiglie e imprese, con le banche", ha spiegato il sindacalista.

"Oggi le banche sono proiettate a vendere prodotti finanziari e assicurativi, ma non sanno che questo sistema toglierà potere ai vertici delle banche tra qualche anno, perché da una parte la Bce vuole meno rischi e bilanci meno appesantiti delle banche, cioè meno sofferenze bancarie e meno prestiti non pagati, quindi in prospettiva meno credito. Ma questo sistema e andare dietro a questo sistema si perde il contatto con il territorio e con le famiglie, viene meno il ruolo sociale della banca. Così facendo, gli amministratori delegati, che oggi rappresentano il vero potere politico finanziario in Italia, a fra qualche anno pagheranno le spese: non potendo erogare più credito, o erogandolo sempre di meno, perderanno il loro potere contrattuale", ha aggiunto il segretario generale della principale organizzazione sindacale del settore bancario italiano.

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