Mps, dossier sul tavolo di Draghi che va alla spallata.Rilancio 5S con Palermo

Rumors: come fu per UniCredit, la partita Mps, ora per il cambio di Bastianini che mira ad instradare il dossier sulla via della risoluzione, finisce a Chigi

di Andrea Deugeni
tim
Economia
Condividi su:

Al di là dei toni, la posizione del M5S su Bastianini è meno granitica di quel che sembri 

Sul dossier Montepaschi, al Tesoro le bocche sono cucitissime. Specie dopo la levata di scudi della politica che sostiene la maggioranza a difesa dell’amministratore delegato Guido Bastianini: i partiti sanno che, spiegano alcune fonti finanziarie vicine al dossier, un nuovo banchiere non indicato dalla politica, ma indicato dal nuovo corso a Chigi e perfettamente sintonizzato con i desiderata della Vigilanza e con la chiara mission di portare a termine il rafforzamento patrimoniale e la privatizzazione sia meno sensibile alle istanze del territorio che al contrario preme sempre per il mantenimento dell’identità della banca (con il sogno nel cassetto dello stand-alone) e la tutela delle istanze occupazionali.

In Via XX Settembre non si attendevano certo la reazione politca delle ultime 24 ore, anche se la volontà di sostituire Bastianini è forte. Una mancanza di fiducia che era già emersa durante l’apertura del dossier Mps da parte di UniCredit, quando le comunicazioni e le fila della trattativa con gli ultimi piani della torre di piazza Gae Aulenti furono tenute direttamente dal Tesoro e Bastianini non toccò palla.

E’ forte, anche perché mai come questo momento, dopo la disfatta partitica sul Quirinale, la forza contrattuale del premier Mario Draghi con la maggioranza è ai massimi storici. E le fonti spiegano che, come fu per UniCredit e perché sempre sul dossier privatizzazione del Monte il governo si gioca una fetta di reputazione in Europa (per il ruolo ricoperto in passato), il tema della governance è finito direttamente sulla scrivania del premier. Draghi deciso ad accelerare sulla risoluzione della partita Montepaschi per due motivi: il primo è che proprio ora che per l’azionista pubblico è scoppiata all’improvviso un’altra grana fra le quotate da sistemare prima possibile, ovvero Saipem

(Segue...)

Il secondo è che mentre le rate del Recovery iniziano ad arrivare in Italia, con la quarta banca del Paese ancora almeno per 18 mesi nell’alveo pubblico, è meglio avere un manager di fiducia al timone di Rocca Salimbeni in grado di agevolare un’efficace riuscita della messa a terra del piano. Tanto che l'azionista, anche dopo il pressing dei sindacati che, come anticipato da Affaritaliani.it, erano sul punto di unirsi al coro della politica, ha fatto inserire il punto sulla "verifica della governance riguardante la figura dell'amministratore delegato e direttore generale dottor Guido Bastianini" all'ordine del giorno del consiglio di amministrazione di lunedì 7 febbraio.  

Dopo il nulla di fatto con l'istituto guidato da Andrea Orcel, il premier vuole correre e instradare il dossier sulla via dell’uscita dal capitale per il Mef (al 64,2%). Proprio come vuole Bruxelles, anche perché sa che nel 2023 dovrà lasciare Chigi. E non teme il braccio di ferro con i partiti della maggioranza. Tanto che, al di là dei toni di queste ore dell’ex sottosegretario Riccardo Fraccaro e della presidente della Commissione banche Carla Ruocco, la posizione del M5S, il principale sponsor di Bastianini, movimento consapevole della propria debolezza ai minimi, non è così granitica.

Fonti grilline spiegano infatti ad Affaritaliani.it che per tutelare una delle poche poltrone rimaste nella costellazione delle grandi partecipate pubbliche appannaggio dei pentastellati, i 5Stelle sarebbero disposti a riporre le armi e ad accendere il disco verde all’uscita di Bastianini in cambio di un arrivo a Rocca Salimbeni dell’ex Cdp Fabrizio Palermo. Un manager che in passato quand'era in Via Goito rispondeva subito al telefono alle chiamate del movimento guidato da Giuseppe Conte e che però fa sapere di "non essere stato contattato e che comunque il Monte dei Paschi non è tra i suoi obiettivi professionali". 

Bastianini, forte dei numeri di bilancio che porterà in Cda e del fatto che il principale azionista in caso di ribaltone dovrebbe spiegare il cambio di Ceo anche al mercato, pare intenzionato ad andare allo scontro. Per qualcuno è solo puro tatticismo per alzare il prezzo della buonuscita che però perderebbe in caso di sfiducia. I numeri per la spallata ci sono.

@andreadeugeni

LEGGI ANCHE:
Le barricate dei partiti sulla rimozione di Bastianini. Montepaschi il termometro della vera forza di Draghi nel post-Mattarella bis

- BankItalia, Intesa e UniCredit scendono le capitale. Salgono invece Credito Sportivo, PopPuglia e Banca Ifis

Mps, aumento di capitale e vendita: Vandelli pronto a sostituire Bastianini