JTI: sostenibilità ambientale, sociale ed economica per la filiera del tabacco
Cervesato (JTI): “negli ultimi 20 anni investiti oltre €600 mln nei territori in cui operiamo di cui oltre 350 per lo sviluppo e il miglioramento della filiera”
JTI: sostenibilità ambientale ed economica, per garantire il futuro della filiera del tabacco e delle persone che vi lavorano
Da circa 20 anni l’approccio di JTI si distingue per l’attenzione allo sviluppo della comunità: in Italia JTI è impegnata a favore della tabacchicoltura italiana, attraverso l'acquisto di tabacco in foglia e il coinvolgimento di oltre 1.700 addetti nelle fasi di coltivazione, raccolta e prima lavorazione del tabacco, sostenendo diverse iniziative che spaziano dal sociale alla tutela dell’ambiente.
Ne è un esempio il lavoro condotto sul distretto tabacchicolo dell’Alta Valle del Tevere che negli anni è diventato un esempio di sostenibilità, ambientale, energetica e strutturale volto ad assicurare sostenibilità e migliori condizioni di lavoro all’interno della filiera tabacchicola a lungo termine attraverso suggerimenti di pratiche agricole sempre più all’avanguardia e sostenibili.
Tutto ciò è stato frutto della volontà concreta di costruire un progetto di sviluppo comune con il territorio, una relazione di mutuo scambio che ha generato e continua a generare valore per tutta la filiera coinvolta. Tant’è che anche nel momento di recessione nazionale, il Gruppo ha rafforzato la propria presenza destinando ulteriori risorse all’acquisto di tabacco lavorato proveniente dall’Alta Valle del Tevere per il 2021, contribuendo alla valorizzazione e sostegno del comparto.
Il punto di partenza per l’azienda è la considerazione che il modello di crescita indiscriminata del passato non sia più perseguibile, soprattutto dopo questi ultimi mesi in cui il baricentro dello sviluppo si è orientato su nuovi valori e nuove esigenze.
La ripartenza offre l’occasione per far sì che questa spinta diventi il mezzo per lavorare a favore di una realtà sostenibile a 360 gradi ed è qui che si inserisce il rinnovato valore che le imprese hanno assunto durante i mesi della pandemia, non più solo realtà “produttive”, ma veri e propri “motori del cambiamento sociale” che con la loro attività impattano su diversi aspetti delle comunità.
JTI Italia: l’attenzione ai territori e alla comunità attraverso il programma “Agro-Social: seminiamo valore”
Verso questo orizzonte si muove sempre di più l’attività di JTI Italia, tentando di coniugare gli obiettivi aziendali con la crescita dei territori in cui opera. Non a caso, sin dalla sua creazione, JTI ha posto l’attenzione per i territori e per le comunità in cui opera. Nel nostro paese è il caso del programma Agro-Social: seminiamo valore, lanciato insieme a Confagricoltura partner storico di JTI Italia, che coniuga tre aspetti molto cari a JTI: la sostenibilità ambientale, sociale e agricola.
Il bando, giunto alla sua seconda edizione, ha l’obiettivo di incentivare progetti di inserimento lavorativo dei soggetti supportando al contempo la filiera agricola italiana con finanziamento di idee imprenditoriali, una preziosa opportunità per la valorizzazione del capitale umano delle zone agricole italiane, che aiuta la crescita di questi territori e rafforza il senso di comunità locale, elemento imprescindibile da cui ripartire oggi.
Il bando 2021 si rivolge a tre categorie, particolarmente colpite dagli effetti della pandemia e al centro della strategia italiana del PNRR: imprenditoria femminile, rilancio delle aree interne e sviluppo per il Sud.
L’obiettivo prioritario del bando, in linea con il PNRR del Governo, è di contribuire alla riduzione del divario economico e sociale del nostro Paese, creare occupazione, sostenere la transizione verde e migliorare la capacità di ripresa dell’Italia puntando sulla produttività e la specificità dei territori, vera ricchezza da cui ripartire oggi.
Nell’ottica del miglioramento sostenibile e dell’attenzione a tutta la filiera di JTI lo scorso 14 ottobre nella cornice di Villa Blanc a Roma un dibattito per ragionare sul futuro della filiera tabacchicola italiana che pur rappresentando un’eccellenza del nostro Paese, che è infatti fra i principali produttori di tabacco in Europa con una quota di quasi il 30% del totale prodotto in UE, negli ultimi anni ha però mostrato segni di sofferenza, dovuti tanto ai mutamenti economici del comparto, quanto a una normativa che non è riuscita ad adattarsi ai cambiamenti intercorsi.
Al centro del dibattito, che ha coinvolto accanto a JTI e Confagricoltura il Sottosegretario al Mef Federico Freni e il Direttore dell’AdM Marcello Minenna, la leva fiscale: il mercato negli ultimi 10 anni ha registrato una riduzione di quasi il 28% in termini di vendite delle sigarette tradizionali, anche e soprattutto a causa della progressiva espansione dei prodotti alternativi di nuova generazione.
“La mancanza di certezze e di programmazione è nemica dell’innovazione e della sostenibilità perché non consente di programmare nel tempo gli investimenti e di adattarsi velocemente ai mutamenti del mercato” ha affermato nell’occasione Gian Luigi Cervesato, Presidente e AD JTI Italia. “Ciononostante JTI Italia da sempre crede nel potenziale di questo Paese e lo dimostra il fatto che negli ultimi 20 anni ha investito oltre 600 milioni di euro nei territori in cui opera di cui oltre 350 destinati allo sviluppo e il miglioramento della filiera del tabacco, seguendo i principi delle buone pratiche agricole, che vedono al centro sostenibilità ambientale ed economica, per garantire il futuro della filiera e delle persone che vi lavorano. La situazione richiede l’intervento congiunto di tutti i player, dalle imprese alle istituzioni, lavorando insieme per la semplificazione del sistema fiscale in modo che possa funzionare da stimolo per la programmazione degli investimenti con l’obiettivo di rendere il Paese più forte e attrattivo anche a livello internazionale” ha aggiunto Cervesato.
La programmazione degli investimenti è necessaria per generare quel processo di innovazione sostenibile da cui dipende in buona parte la competitività del nostro sistema Paese, un processo che deve includere l’aspetto ambientale, ma anche quello sociale ed economico per garantire il futuro del settore. Un impegno da raggiungere solo tramite la collaborazione tra le diverse realtà della filiera in gioco: dai produttori diretti alle associazioni di categoria, dalle aziende al mondo della politica.